Rassegna storica del Risorgimento
MINGHETTI MARCO
anno
<
1936
>
pagina
<
41
>
Marco Mingketti in alcune sue lettere 41
Ho conosciuto molti uomini distinti, ma in questa parte veggo che io m'era fatto una grande illusione; Io sperava di poter conversate con loro a lungo, e istruirmi nel discorso familiare: ma questo è impossibile. Tutti sono così occupati qui, così pieni d'incarichi e di incombenze che non ricevono mai nella giornata, ma veggonsi solo la sera qualche momento nei salons dove il parlare di cose gravi sarebbe inopportuno. Veggo adunque assai difficile riuscire nel mio intento: pur voi sapete che io credo che dalla conversazione familiare si possa trar più istruzione che dai libri: però non mancherò di cercarlo in ogni modo.
Riveritemi tanto vostro padre e vostra madre. Dite a questa che già mi sono inteso con Serri per la carta; e i guanti li fard fare quanto prima. Farmi dicesse due dozzine. Rispetto al mezzo di spedizione non ne avrei alcuno pronto: indicatemi voi di qual debba servirmi. Salutate tanto il Professore, e ditegli che non ho ancora presentato le sue lettere, ma Io farò quanto prima. Il tempo passa così rapidamente che non se n'avvede. E con difficoltà ho potuto trovare questo momento di adempiere al dovere e al desiderio di scrivervi; e inoltre debbo farlo cosi in fretta che la mia lettera sarà scorrettissima, se pure è intelligibile. Ma a me preme solo che capiate bene che vi amo assai, e che vi abbraccio di cuore.
Vostro Affano Amico M. Mi righetti.
Carissimo Amico,
Parigi, 18 marzo 45.
Vi sono molto grato della cortesissima lettera che mi scriveste, ed alla quale solo ora rispondo perchè mi è mancato finora il tempo. Da prima vi dirò che ho mandato a vostra madre entro una cassa direttale dall'amico Luigi Verardi 200 fogli di carta simili alla mostra, e le 24 paja di guanti che mi commise. Non so se avrò incontrato nel suo gusto, ma certo i guanti furono fatti dal primo fabbricatore di Parigi M.r Tourin.
Di me non posso che ripetervi, quanto già vi ho scritto altra volta. Sto benissimo, e mi diverto assai e il soggiorno di Parigi mi è assai grato. Cerco quanto mi è possibile di conversare con gli uomini distinti che ho avuto l'onore di conoscere; ma troppo di rado, e per troppo breve tempo mi vien fatto d'intrattenermi con loro. Avrete già saputo che il Rossi parti per Roma: io avevo occasione di vederlo tutti i Sabati all'Istituto delle Scienze Morali e Politiche e mi era gratis-simo il ragionare con quell'uomo veramente assai dotto.
Due libri di diverso genere tengono ora occupate le menti. L'Histoire du Consuìat et de l'Empire de M-r Thiers 1) e un'opera di Adam Micfciewitz: ISEglise Officielle et le messianisme.2) della prima son pubblicati due volumi che rapidamente ho corso: è un racconto facile, chiaro, ordinarissimo ma non so se possa dirsi ugualmente profondo, né che adempia i i desiderati di vera storia ai nostri giorni. Per comprendere l'altra opera bisogna sapere che il Mickiewitz appartiene alla scuola detta del panslavismo in contrapposizione del partito propriamente polacco. Questi sogna l'unità della sola Polonia e si appoggia sulla differenza di lingua di religione, di costumi contro la Russia. Quella invece aspira ad unire in un solo insieme Russia, Polonia, e Boemia e quanti altri popoli appartengono alla razza slava, e questa unità l'aspetta da una nuova religione, o trasformazione del cristianesimo e da una nuova organizzazione sociale. Vi ricordate quando io e il Prof. parlavamo alla nostra conversazione letteraria di Rusconi del movimento letterario e sociale degli slavi? Colà fummo quasi fischiati, e qui invece questo movimento occupa grandemente gli animi dei dotti. Già molti articoli furono intorno a ciò pubblicati nella Revue des drnx monde*.
ì) AnotPHE THTEBB, Bùtoire du Consuìat et de VEmpire. Bruxelles, 1. tip., pour les Etats Sardes, chez Fontana à Turinrpourle reste de l'Italie, chez F, LeMonnier à Florence, 1845 - 60. 2) MABCO MmGHETTr, Miei Ricordi, voi. I, alle pp. 137,147.