Rassegna storica del Risorgimento
MINGHETTI MARCO
anno
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1936
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pagina
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43
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Marco Minghetti in alcune sue lettere 43
Ma che volete ? Sono già cinque mesi fra non molto che io sono inori di cosa, e mi rimane a veder l'Inghilterra, la Scozia, l'Irlanda. Né voglio poi abusare delle compiacenze della mia famiglia, né stare troppo largamente diviso da essa. Parto però colla speranza di ritornarvi quan-doechesia, ed allora ho fiducia che voi potrete adempiere il desiderio che già da gran tempo nutrite di questo viaggio. Vi assicuro, caro Gigi, che nessuna cosa potrebbe essermi pia grata che se dovessi tornar qui con voi. Voi non avreste bisogno di servitori di piazza: io vi farei da cicerone. Ma veramente la mia fantasia mi trasporta un po' troppo lontano. Io sono ancora qm e penso già al progetto di ritornarvi dopo che sarò stato a Bologna, e chi sa quando. Lasciando adunque i progetti, finisco questa lettera scritta sbadatamente, e come la penna getta, pregandovi a riverire distintamente i vostri genitori, e a salutarmi molto il Prof.**. Se avete commandi per l'Inghilterra non mi risparmiate, e credetemi sempre
Vostro Aff.mo Amico M. Minghetti.
Italie Etats Romains A* Monsieur
Le Marquis Louis Tanara
Bologne
Timbro: BOLOGNA 21 Apr. 1845.
Carissimo Amico,
Bologna 30 Decembre 1845.
Prima di tutto ti dirò che ho ricevuto con gran piacere la tua cortesissima lettera, alla quale risponderò piò sotto. Io giunsi felicemente a Bologna, ma la strabocchevole quantità delle nevi che cadde sulTApennino mi obbligò a rimanere alquanti giorni a Firenze, e lungo la Strada. Giunsi alfine a Bologna, ma solo poche ore prima della partenza di tua madre e nondimeno procurai subito di vederla per darle le tue ottime nuove. Mi ricevette con singolarissima genti lezza, di che le sono veramente grato. Poche parole potemmo dure sul tuo affare, perchè sopravenne Bossi, e poi gli altri di tua famiglia; nondimeno toccai brevemente dei due punti che mi parevano importanti e nei quali già Ella stessa conveniva, cioè del doversi cautamente agire col frate che non sembra di schietta fede, e trattar gli affari chiaramente, e positivamente prima che legami di affezione piò viva nascessero fra te e la fanciulla. Ora ti renderà contento la venuta della tua famiglia, eie cose cammineranno con piò franchezza: in quanto a me desidero sommamente la tua felicità, e però desidero che il matrimonio si combini, quando alle qualità morali della giovane, alla tua simpatia per Lei si aggiungano anche le convenienze economiche. Nò credo che questo sia punto un mancare ai nostri principi, né al nobile concetto che ci formiamo del matrimonio, il bramare oltre i pregi fondamentali e indispensabili dell'animo anche i beni della fortuna. I quali sono beni anch'essi e perciò da non {spregiarsi quando si voglia farne un uso generoso.
Mi Bara caro conoscere il seguito e l'esito delle trattative. L'avermene fatto confidenza è prova della tua amicizia per me, la quale sento vivamente nell'animo e già m'interessa la cosa quasi come di me stesso. Ma non voglio lasciare questo tema senza dirti quanto affetto trasparisse dalle poche parole che tua madre mi disse di te. Veramente io conobbi che l'amore che ti porta è profondissimo, immenso, tale insomma quale una madre sola, anzi poche fra le madri possono provare. In ciò ancora una somiglianza di affetti, e di destino tende a riunire i nostri animi, di avere dalla Provvidenza sortito entrambi questa fortuna che non potremo mai ricono-cere, e ricompensare con abbastanza gratitudine. Dirai per me alla Sig.ra Marchesa molte e molte cose, e le farai sentire i sensi del mio ossequio e della mia rispettosa amicizia.