Rassegna storica del Risorgimento
MINGHETTI MARCO
anno
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1936
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pagina
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48
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48 Giovanni Mutoli
l Maggio 1847.
Ricordati la promessa di mandare un articolo sull'Istruzione pubblica in Piemonte.
Firenze 3 Novembre 16*47. Carissimo Amico
Prima che io ti parli di Toscana bisogna che incominci da Piemonte. Le notizie che giungono oggi sono si belle e liete da rallegrarsene ogni italiano che ami la sua patria, e noi ne siamo tutti ripieni. Pochi giorni sono Azeglio da Genova mi scriveva cose tristissime di quella regione; il paese fremente: il re più disposto a retrocedere che ad avanzare. Ora eccolo finalmente entrato nella via di Pio IX, donde più non si torna indietro. A me pare questo fatto di tanta e tale importanza da decidere le sorti d'Italia. Perchè fino a tanto che la volontà di Carlo Alberto poteva tutto, benché lo sperassimo avverso ai tedeschi per tradizione e per istinto, pure non si viveva quieti che un dì o l'altro non mutasse: oggi, che il paese è chiamato a partecipare della cosa pubblica colla Stampa, e coi Consigli comunali un'alleanza coi nostri nemici è impossibile. Per questa parte adunque siamo sicuri di aver il Piemonte con noi, e però avvenga che vuole, finché principi e popoli saranno uniti l'Austria non può offendere, e la causa dell'indipendenza in un avvenire più o meno remoto assicurata.
Quanto alla Toscana avvi moltissimo entusiasmo, molto ardore di novità, e sentimento nazionale sviluppatissìmo. Il Clero è buono assai, e perciò i contadini s'immedesimano veramente nel progresso e nelle idee liberali. Non ci hanno gli ostacoli a riformare che abbiamo noi, e il ministero Ridolfi-Serristori piace universalmente. Ed ha fatto cose grandi, fra le quali l'unione di Lucca e Toscana è opera sua, opera che ha salvato questi paesi da gravi complicazioni collo straniero, e ha fatto gran bene a tutta la Penisola. Ora è tutto occupato nella questione di Fivizzano che per trattato dovrebbe andar sotto Modena e Pontremoli che rimarrebbe al duca di Lucca, ma nessuno dei due paesi vuole questo mutamento anzi minaccia di pigliar le armi e resistere: ora pare che le trattative siano a buon punto per opera di questo ministero. Ma tornando al paese vi sono però gravi sintomi di pericolo e cioè: il Governo non ha nessuna forza a cui appoggiarsi: la burocrazia cattiva, ed inetta, la troppa demoralizzata, la civica non organizzata ancora. Poi in questa civica dove sono bellissimi elementi di attività e di energia è ancora un certo spirito d'indisciplina curioso assai: vogliono cose e persone a lor modo se nò nò. Aggiungete alcuni agitatori di professione come il Guerazzi di Livorno sul quale vi prego a leggere alcune parole che sono nell'Italia dì sabato scorso. Nondimeno vi è da sperare con fondamento che essendo la massa del paese buona il Governo acquisterà quella forza che gli è pur necessaria, e senza di cui non sarebbe Governo. Ora sono sul tappeto due riforme, quella della polizia, e il riordinamento de' municipii. I Toscani veggono le cose come noi le veggiamo cioè a dire che l'avvenire d'Italia sta nel costituire forti e buoni municipii e quivi porre tutte le garanzie delle libertà, e rianimare la vita politica e civile. E questo un concetto che domina, e che bisognerebbe spiegare anche fra noi dove già il terreno è ben disposto. L'aw. Giuliano Ricci di Livorno ha pubblicato un opera intorno a ciò, che dicono molto bella: io non ebbi ancor tempo di leggerla. Quanto al giornalismo la Patria oggi primeggia ed acquista una grande importanza nell'opinione pubblica. VItalia tiene molto alle idee speculative Giobertiane, e rappresenta il sistema polìtico e sociale di quel filosofo. Quanto allVlloa dicono che censura e distrugge tutto senza riedificare nulla e forse non han torto. Ma quel che le ha tolto credito si e la foraggine di notizie false che sparge essendo mal informato dai suoi corrispondènti. Dei fogli fuori il Felsineo ha molta riputazione perchè ha un concetto uno e perseverante: degli altri giornali nostri si dice bene or dell'uno or dell'altro articolo, ma pare che essi e specialmente il Contemporaneo non abbiano principi fermi secondo ì quali giudicare costantemente. Abbiamo ricevuto qui infinite cortesie, e molte dimostrazioni di benevolenza e di affetto. Partiamo