Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIONI UNIVERSITARI ; UNIVERSIT? ; PISTOIA ; CURTATONE E M
anno <1936>   pagina <64>
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Bruno Bruni
Egli pure, ancorché affezionatissimo a tre tenori figli e alla giovane sposa prossima a nuova maternità (la nobildouna Caterina Catanti), partì perii campo quale capitano della 3* Cornpagniu. E il suo valoroso contegno nella lotta leggendaria ci è dato dedurlo dalle seguenti parole del Nerucci: " Dev'essere presente alla memoria dei superstiti il prof. Luigi Pacinotti di Pistoia che tanto aveva poco del soldato e tanto era d'indole pacifica e buona. In lui si notava una contraddizione fra l'aspetto esteriore e quel che gli bolliva nell'animo ardente e patriottico, quando in aspetta­zione presso il ponte di C'urtatone, mentre la fucilata era forte, mirarlo percorrere fremendo su e gru la fronte della sua compagnia, mordendosi le dita per la impazienza di entrare in azione .
Tornato dalla guerra, il Pacinotti riprese con rinnovata passione l'insegnamento e gli studi, provvedendo ad arricchire il Gabinetto di fisica tecnologica, por il quale il figlio di lui Antonio, essendo ancora studente, costruì nel 1861 il portentoso modelletto di macchina elettro-magne­tica fondamento e principio di tutte le grandi applicazioni per la trasformazione dell'energia elettrica in civili conquiste di lavoro fecondo e benefico.
Luigi Pacinotti collaborò attivamente al Giornale Toscano di scienze mediche, fisiche e naturali, al Cimento e al Nuovo Cimento, Fa presidente dell'Accademia pistoiese di scienze, lettere ed arti. ' Oltre i suoi numerosi studi su problemi idraulici e di meccanica architettonica e industriale, si ricorda una sua pila elettro-magnetica, nella quale la corrente indotta veniva utilizzata dalla rotazione di una calamita rettilinea intorno al proprio asse, sopra un circuito in parte fisso e in parte portato dalla calamita nella sua rotazione: apparecchio originale e geniale, che dette luogo a una successiva memoria del Pacinotti: Sulle calamite ruotanti.
Mori a Pisa il 23 novembre 1889, in età di ottandue anni.
TIGRI ATTO di Pistoia, tenente. Nato a Pistoia il 22 maggio 1813.
Insigne biologo, al quale soltanto la morte doveva dar fama imperitura per le sue molteplici scoperte nella complicata struttura del corpo umano e delle quali va oggi orgogliosa l'Italia.
Studiò nella Scuola medico-chirurgica pistoiese e nell'Università di Pisa, Aiuto dissettore anatomico nel 1840 e quindi, nel 1848, dissettore in Pisa.
Partecipò alla gesta di Curtatone, meritando per il suo ardore combattivo e per la sua abnegazione nel soccorrere i feriti una speciale citazione nella Gazzetta bresciana e il sincero elogio dello storico del Battaglione Universitario, Gherardo Nerucci.
Dopo essere stato supplente di anatomia a Pisa' passò, nel 1851, come titolare, a Siena. Pubblicò oltre cento memorie anatomiche. Importantissimi i suoi studi sulla lingua (scopri le pieghe fimbriate in feti umani), e sulla milza (scopri le ceUuleendote Iiali e la trama micro­scopica, primo esempio constatato di tessuto connettivo reticolare o reticolo del Tigri ), sui corpuscoli sanguigni e sulla normale topografia del cuore.
Nella tornata accademica dei Lincei a Roma del 6 dicembre 1863* il Tigri dette comu­nicazione della sua mirabile scoperta del microbo generatore del tifò (il bacillo che fino a poco tempo fa, anche nei manuali italiani, veniva cervelloticamente chiamato di Eberth, il quale lo vide diciassette anni più tardi), comunicazione che egli rinnovò, l'anno dopo, con aggiunte, all'Accademia di scienze di Parigi.
La circostanza che fin dal 1850 il Tigri pervenne a dimostrare la presenza di microbi nella tubercolosi polmonare, e l'altra che nel 1866 affermò in una sua classica memoria di avere rivedati i vibrioni del colera scoperti dal suo amico e concittadino Filippo Patini, ai quali applicò l'aggiuntivo a virgola, attribuendo le cause del fiero morbo alla loro azione sulla mucosa intestinale, recano nuovo lustro alla gloria del nostro sfortunato biologo.
Sfortunato, perchè oltre al fastidio amaro delle ostilità e delle diffidenze dei contemporanei, dovette sopportare, dopo il 1871, uno forte depressione fisica, per cui fu anche costretto a dimettersi dall'insegnamento, che, però, spinto dal grande amore allo studio e dalla venera­zione dei discepoli, riprese, a tratti, con disperata passione.