Rassegna storica del Risorgimento

CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SARDEGNA
anno <1936>   pagina <70>
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Giorgio Bardanzellu
rivoluzionaria riforma, immettendo Pisola nella vita contemporanea,ne segnerà la rinascita politica, sociale ed economica.
Ciò portava alla fatale decadenza della Costituzione autonoma della Sardegna e al superamento del Trattato di Londra del 1718 al quale anche Carlo Alberto, salendo al trono, aveva prestato giuramento.
Ma questa formalistica ed ormai superata situazione di cose non poteva fermare il Re sulla via delle riforme e, con metodo incessante e graduale, Egli demolì le istituzioni spagnuole iniziando così per i sardi e per gli italiani tutti trae! salutare movimento rivoluzionario che, attraverso le alterne vicende della storia, ancora oggi continua, per la più vasta affermazione dell* Italia nel mondo, sotto i vittoriosi segni del Littorio.
Le riforme di Carlo Alberto determinarono allora il ravvicinamento dell'Isola alla terraferma e prepararono, anche giuridicamente quella Unione in cui l'amore paterno di un gran Re rinnovatore si incontrò col profondo sentimento di un popolo fedele.
Fra le maggiori istituzioni abolite nel 1847 fu il Consiglio Supremo di Sardegna, istituito da Vittorio Amedeo II nel 1721 a Torino, in continuazione delle attribuzioni dei Consigli di Aragona e di Vienna.
In quel torno di tempo a Cagliari ed altrove vi furono in occasione delle riforme, esplosioni di entusiasmo che, a Cagliari in particolar modo si mani­festarono con grida di Viva le riforme, Viva i Piemontesi Genovesi Nizzardi e Savoiardi, Viva V Unione,
La Sardegna, per voce dei suoi consigli e per voce di popolo, chiede ormai la completa fusione e invoca dal Viceré che una deputazione si rechi a tale scopo dal Sovrano.
Sassari, che è presente col suo ardimentoso cuore al movimento, pubblica un proclama in data 1 ottobre 1847 in cui si fa appello a tutta la Sardegna terra italiana perchè, dice il proclama, italiano è il nostro cielo, italiani furono i nostri padri.
Gli avvenimenti di quel tempo sono narrati con storica esattezza in una lettera inedita, conservata nel Museo del Risorgimento di Torino, che il Conte Ilarione Petitti di Roreto l) mandò, in data 1 dicembre 1847, alla signora
i) Ilarione Petitti di Roreto nacque in Torino il 21 ottobre 1790. Nel 1814 entrò volontario nei R. Archivi di Stato; fu poi Vice-Intendente del Ducato di Savoia, intendente nella Provincia d'Asti. fu dal Re Carlo Alberto chiamato tra i pruni a far parte de) Consiglio di Stato nel quale portò grande contributo di dottrina e di opera. Fu autore di reputati libri sulle istituzioni di beneficenza, Bulle carceri e sul giuoco del lotto. Ma il libro suo che oltre la competenza tecnica rivesti grande importanza politica fa quello intitolato Delie Strade Ferrate italiane e del migliore ordinamento di esse. H Petitti fa pure collaboratore nel giornale di Cavour II Risorgimento. Mori il 10 aprile 1850. V. specialmente la recente pnbblicazione di Arturo Codignola Dagli albori della libertà al proclama di Moncalieri (Lettere di Ilarione Petitti a Michele Erede dal marzo 1846 all'aprile 1850) in Biblioteca di Storia Italiana recente della E. Deputazione di Storia Patria, voi. XIIT, 1931, ed. Bocca, Torino.