Rassegna storica del Risorgimento

CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SARDEGNA
anno <1936>   pagina <73>
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La completa unione della Sardegna al Piemonte, ecc. 73
Eccovi, Gara Fanny, una lettera interessante: fatela comunicare al Salvagnoli, *) se crede d servirsene, senza nominarmi però, per il suo giornale.
Salutami la famiglia, gli amici, e Pinotto. Amatemi e credetemi di tutto cuore
tutto vostro aff.mo Petitti.
Il documento ha particolare rilievo in quanto afferma in modo decisivo la volontà dei sardi di tutti i sardi, per l'Unione.
La signora Maria Luisa Cao, nel suo pregevole studio sulla Fine della costi' tuzione autonoma in Sardegna a) ove riporta il proclama di Sassari ed altri impor­tanti documenti, crede di poter stabilire che i movimenti popolari fossero improntati esclusivamente al sentimento nazionale italiano e al desiderio di riforme e non avessero presentato il senso politico della fusione che, secondo la Cao, sarebbe stata determinata, più che dal popolo, da intellettuali e da dirigenti.
L'autrice documenta la partecipazione della Sardegna al moto nazionale italiano ma distingue questo moto nazionale, dalla aspirazione alla fusione. La distinzione è molto sottile ma io non credo che possa fondatamente accogliersi perchè il sentimento nazionale documentato dalla Cao si palesa e si attua prati­camente col desiderio appunto della unione completa al Piemonte e con la incontenibile aspirazione di tutto un popolo che non vuole più sentirsi straniero in casa sua.
Tale aspirazione è volontà precisa di ritorno alle italiche origini, è istinto di continuità della sua vita storica, i cui caratteri fondamentali e spirituali non furono mai corrosi o modificati dai quattro secoli di soggezione alla Spagna.
Il sardo conserva nei secoli le sue caratteristiche e resiste al destino della confusione. Chiuso in uno stato di rassegnazione che par che serri il dramma della sua vita, rimane fedele alla infrangibile legge del sangue e della stirpe affermandosi in ogni tempo nei suoi figli e nei suoi costumi, nei suoi duri e forti lavori, nella sua domestica arte e nei suoi insigni monumenti, nella sua lingua e nei suoi canti, nel valore personale, che è la sua intima legge, e nella Carta de Logu, che è la sua legge scritta.
Scrive il Solmi:3) Il sangue non mentisce. In meno di 50 anni appena la Sardegna, sotto la retta amministrazione piemontese si rivela con le energie: della più pura italianità inscindibilmente legata all'Italia . E quando l'Italia
1) Salvagnoli Vincenzo, nato ad Empoli nel 1802 fu tra i più caldi sostenitori della politica piemontese. Collaborò nel giornale La Patrio. Fu poi deputato di Empoli. Nel 1859 fu inviato dal Boncompagni, ministro sardo in Toscana, in missione straordinaria a Torino. Dopo l'annes­sione della Toscana il 23 marzo '60 fu nominato Senatore. Mori a Pisa il 20 marzo 1861. Lasciò pregevoli scritti politici ed economici fra cui uno sullo Stato politico della Toscana ed altro sui rapporti tra Chiesa e Stato.
2) MARIA LUISA CAO, op. cit. Appendice Doc. E. XXVI, Vedi anche: ANGELA MARI. Le riforme di Carlo Alberto in Sardegna, 1831-1844, Lodi, tip. S. Biancardi, 1934-XH.
3) ABRICO SotMt, Net secondo centenario dell'Unione della Sardegna al Piemonte in Rivista d'Italia, anno XXIII, voi. Ili, Milano, Società Editrice Unitae, 1920.
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