Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; FRANCESCO II RE DELLE DUE SICILIE
anno <1936>   pagina <118>
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Libri a periodici
e crudeltà, da parte dei governanti sabaudi (altra testa di turco Giuseppe De Me in tre), e non ha parole di simpatia se non verso le tendenze da un Iato pericolosamente autonomistiche e dal* l'altro ispirate a interessi stranieri, che shoccarono, tonto per intenderci, nei moti sordi cosidetti angioyni. Ai quali peraltro, non vogliamo negare qualche spiegazione di carattere economico sociale.
L'Isola generosa ci sembra trovi l'espressione della sua anima aspra ma non acida, nella austera canzone di guerra e di gloria, Conserve Deus su Re* (che ahbiamo tante volte con com­mozione, sentito risuonare durante un recente Congresso del nostro Istituto, a Cagliari e a Sassari) anziché nella sterile critica retrospettiva di una psicologia, di latti, di fatterelli che potrebbero trovare molte umane giustificazioni: tante almeno quante ne trovano ancora eli atti compinti dai corifei stranieri e indigeni della Rivoluzione Francese e dei suoi postumi in Italia.
Non possiamo del resto esaminare qui, punto per punto, un libro che è saturo della mentalità di chi si confessa abbacinato dall'opera immensa di un uomo, Napoleone (pag. 308) e che, forse per questo, trova parole roventi soltanto per i moti popolari antifrancesi e non per le azioni o per le repressioni altrettanto feroci, per esempio della Val d'Aosta, e, potremo aggiungere, del Piacentino.
Quanto alle fonti usate dal Manunta rileviamo che egli ha compulsato con abbondanza le più correnti opere generali e monografiche su quel periodo e attinenti al suo anromento, dando alla compilazione un andamento di stile narrativo e scorrevole rivolto però ad un pubblico dì facile contentatura in fatto di storia. Ci sembra roi che Fautore si fidi troppo di Nicomede Bianchi e che avrebbe potuto trovare sui Gesuiti la bestia nera del Manunta altre pagine oltre a quella di Giuseppe Ferrari (pag. 102) . Inoltre egli cita ripetutamente, dandovi grande importanza, una inedita cronaca sarda col titolo Diario Lavagna, utilizzandola tronno spesso in notizie di cronachetta locale, senza interesse. Crediamo invece che molto, anzi tutto il materiale documen­tario BU quel periodo che pure meriterebbe di essere veramente approfondito, si dovrebbe ricer­care e ritrovare negli archivi. Di là soltanto possono trarsi elementi e visioni nuove e sicure, non peggiorate ripetizioni di vecchie formule. Gli archivi di Torino ma specialmente quelli di Sar­degna, ci sembrerebbero adatti allo scopo. Invece, con molta meraviglia non abbiamo trovato citato neppure quell'importante strumento di lavoro che è l'Inventario della Regìa Segreteria di Stato e di Guerra del Regno di Sardegna (1720-1848) di F. Loddo Canepa, edito dalla Società Nazionale per la Storia del Risorgimento nel 1934. Né vogliamo rilevare altri peccati di pensiero, di opere e di omissioni, come ad esempio la mancanza della citazione dell'istruttivo libro di Giacomo Lumbruso, I moti popolari contro i francesi alla fine del secolo XVIII, Firenze, 1932, a proposito dei fatti di Arezzo e la curiosa trasformazione del nome dell'autore di una nota bio­grafica della Venerabile Regina, mutato chissà perchè, nel testo della prefazione, da Bottiglia in Bottiglioni!
Spiace dovere usare una critica severa, ma essa à conforme allo stile del nostro Istituto, poiché è tempo di finirla con le recensioni addomesticate e reticenti, tanto piò che questo libro esce sotto il nome di una seria casa editrice che pure ha pubblicato, tra le invero molte straniere, alcune opere che fanno onore alla attuale genuina coltura italiana, storica nel vero senso della parola, che non si dovrebbe ispirare più al principio condizionale, astratto ed assurdo, della scienza del poi; che le cose sarebbero andate meglio se gli uomini fossero stati diversi.
EMILIO NASAXXI ROCCA
GIORGIO CENCETTI, Inventario delle Carte Aldini. (Pubblicazioni del R. Archivio di Stato in Bologna, voi. II); Bologna, 1935-XHI, in-8 pp. 126.
Assai opportuna è stata l'iniziativa del dott. Giorgio Cencctti, reggente dell'Archivio di Stato di Bologna, munificamente assecondata dal Ministero dell'Interno, di pubblicare, in occasione del XX1H Congrèsso del nostro Istituto, l'Inventario delle carte Aldini, deposi­tate nel 1897 dagli eredi Zanolini in quell'archivio, specialmente perchè in esse vi è una serie di alti ufficiali di molto interesse per la storia del Risorgimento Italiano nel periodo della attività politica, né breve né secondaria, di Antonio Aldini.