Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; FRANCESCO II RE DELLE DUE SICILIE
anno <1936>   pagina <126>
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Libri è periodici
ERMANNO AMICUCCI, G. B. Bollerò giornalista del Risorgimento. Presentazione di Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon; Torino, Soc. Ed. Torinese, 1985-XH1, in 8", pp. 257, L. 12.
E stato il Fascismo che operando una vera rivoluzione anche nel campo giornalistico, inquinato, sul finire del secolo scorso e nel primo venticinquennio del secolo ventesimo dalla degenerazione plutocratica parlamentarista, ha ridato alla stampa la sua dignità, il suo pre­stigio, la sua missione di formidabile strumento per l'elevazione del popolo e la difesa della Nazione .
Queste parole scrive E. Amicucci nelle prime pagine del suo volume su G. B. Bottero, ricco di lettere inedite di Garibaldi, Ca our, d'Azeglio, Crispi, Rattazzi, Lanza, Sella, Depretis, Cairoli, Bixio, Brin, Boselli. Certo non vi è mezzo migliore per dimostrare quanto fosse neces­sario riabilitare questo delicato e formidabile strumento per l'elevazione del popolo e la difesa della nazione, dello studio dei nostri giornali e dei nostri giornalisti poiché solo cosi, attraverso l'indagine ed il documento, appare quanta parte essi abbiano avuto, e debbano dunque avere ancora, nella storia politica del nostro paese.
Il Bottero (18221897), aveva appena 25 anni quando abbandonò la medicina per la voca­zione che doveva infiammare tutta la sua esistenza.
Il popolo non si accostava ancora al giornalismo. G. B. Bottero sentì che la stampa diven­tava un'arma formidabile per la libertà e l'unità della patria, sentì che bisognava andare verso il popolo e creare una Gazzetta di facile lettura, accessibile a tutte le menti, a tutte le borse. H momento per il Piemonte era decisivo. Era stata concessa la Costituzione richiesta dal Cavour, direttore del Risorgimento. Le truppe sarde passavano il Ticino. Bisognava creare intorno al Parlamento il consenso dell'opinione pubblica, affermare la conquista dello Statuto; e il Bottero con Felice Govean fondò la Gazzetta del Popolo uscita per la prima volta il 16 giugno 1848. Si intitolò allora più semplicemente Vitaliano.
G. B. Bottero dette da allora tutte le sue attività al giornale fondato. La sua vita si com­pendia in quella della Gazzetta, La storia del Risorgimento e del primo venticinquennio della, unità è in quel giornale rispecchiata.
U Bottero non scrisse né un libro, nò un opuscolo, ma non lasciò passare un giorno senza scrivere almeno una nota sul suo giornale. Sono spesso articoli anonimi, destinati all'avve­nimento del giorno, ma adatti allo spirito di quel popolo cui si rivolgono. Il programma del foglio era tutto nel titolo e fin da principio, indicò al Governo i suoi doveri, prospettò timori e sospetti ai deputati, denunciò manchevolezze del Parlamento, e anche quando le speranze dei patrioti sfumarono con l'armistizio, non piegò, impegnandosi affinchè, proprio allora che Carlo Alberto doveva ritirarsi oltre il Ticino, la parola stampata avesse lo stesso effetto che la mitraglia sul campo.
Il compito del Bottero non fu facile: egli doveva essere il supremo moderatore, l'equili­bratore, l'armonizzatore delle varie correnti, dei diversi sentimenti, delle contrastanti opinioni La sua opera fu un miracolo di attività politica e giornalistica e il suo giornale acquistò una linea che servi di norma anche in avvenire. Al Cavour si senti legato in momenti decisivi, seguen­done hi politica che del piccolo Piemonte voleva fare l'Italia unita e fondamento della resur­rezione italiana la Monarchia.
Garibaldi fu un altro dei grandi uomini vèrso i quali la Gazzetta proclamò tutta la sua devozione. Lo difese quando, dopo l'eroica difesa di Roma, fu arrestato e promosse un movi­mento in seno al Parlamento per la liberazione dell'eroe. Un'altra memorabile campagna soste­nuta dalla Gazzetta fu quella che- appoggiò le leggi Siccardi, riguardanti l'abolizione del Foro ecclesiastico e del diritto d'asilo e con la quale hanno principio le vivacissime polemiche con VArmonia. Appoggiare le leggi Siccardi voleva dire appoggiare il Cavour. Il Cavour fu pure sostenuto in occasione della spedizione di Crimea e nel lavoro diplomatico che preparò la seconda guerra d'indipendenza.
Come deputato il Bottero non fu mai un parlamentarista ad ogni costo. Si occupò invece di molti vari problemi, difese gli interessi della sua Nizza che ve lo aveva eletto a rappre­sentarla. Purtroppo la guerra del *59 che egli aveva salutato con giubilo, doveva riserbargli la grande amarezza della perdita delia città natale. Ma egli comprese che la cessione della città di Nizza rispondeva a necessità di ordine superiore.