Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; FRANCESCO II RE DELLE DUE SICILIE
anno <1936>   pagina <128>
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Libri e periodici
grandi fatti ma uomini mediocri, che restarono impigliati nei loro armeggìi e piombarono nella catastrofe.
Il perno dell'opera è lo studio della politica tedesca e della personalità del Kaiser, di coi l'A. mostra d'avere un'esatta comprensione: L'Itab'a entra in tale cornice in modeste propor­zioni; però 6 lodevole che fll M. mostri d'avere un'impressione personale sul rifiuto del Man­cini a collaborare all'impresa d'Egitto nel 1882 (p. 82), che dissenta dal tradizionale biasimo; e veramente c'è da domandarsi, oggi che abbiamo la prova della scarsa idealità della politica bntannica, se per avventura il nostro A. non ubbia ragione e non abbiano torto invece tutti i detrattori del Mancini.
E pertanto un vero peccato che il libro contenga una serie di errori, non tutti veniali, che rovinano l'impressione favorevole che d anno la lettura dell'opera eia sensazione della esatta pene­trazione dello spirito della politica europea del venticinquennio 1888-1914. È così che accanto all'elevazione della Prussia a regno collocata nel 1700 anziché nel 1701 (p. 1), abbiamo l'alleanza austro-tedesca anticipata al 1878 (p. 10), il trattato di riassicurazione russo-germanico spo­stato anteriormente all'alleanza dei Tre Imperatori (p. 11); abbiamo così l'inizio della guerra russo-giapponese posticipato all'aprile del 1904 (p. 98) e l'incontro di Keval anticipato al 1907 (p. 135), sì ch'esso viene considerato, a torto, preludio all'accordo anglo-russo del 31 agosto 1907 (p. 136) mentre non ne fu che il coronamento; abbiamo così anticipati al 1907 il memoriale di Isvolski ad Aerenthal sulla Bosnia (p. 143), l'incontro di Francesco Giuseppe con Edoardo VII (p. 144) ed il famoso convegno di Buchlau tra Aerenthal ed Isvolski (p. 144): tre avveni­menti che, com'è noto, avvennero invece nel 1908.
Non mancano errori poi d'altro genere: l'ambasciatore francese a Londra, Paul Cambon, è stato confuso con Jules (p. 198); la 'Wilhelmstrasse è diventata troppe volte la Whilhclm-strasse (p. 28, 29, 60, 166, 205, ecc.. ecc.); il Camerun non figura tra le colonie tedesche (p. 215) ; l'inimici glia russoromena dopo il 1878 viene attribuita al rifiuto di cedere la Bes-sarabia all'alleata (p. 213). mentre avvenne per il ratto compiuto dalla Russia di quella parte di Bessarabia che il Congresso di Parigi aveva attribuito ai Principati Danubiani; la sosti­tuzione del gabinetto conservatore inglese di Balfour e Lansdowne con quello liberale di Cam-beli Bannerman e di Grey è detta avvenuta poco dopo l'avvento di Edoardo VII (p. 90), come se un periodo di quasi cinque anni (gennaio 1901 dicembre 1905) fosse un periodo corto in un regno di poco più. che nove anni; l'accordo di Racconigi tra Tit toni ed Isvolski viene ridotto ad una benevolenza reciproca nei Balcani (p. 161) con evidente dimenti­canza dell'art. 2, che stabiliva il reciproco impegno di appoggiare il principio di nazionalità in quella penisola ad esclusione di ogni dominazione straniera, e dell'art. 5 che stabiliva la reciproca benevolenza nelle questioni degli Stretti, della Tripolitania e della Cirenaica. Infine il nostro A. s'inganna singolarmente e sul genio diplomatico di Edoardo VII (p. 55), ridotto in eque misure dal Lee e da A. Maurois, e sulla portata del trattato di Bjoerkoe sia per la Russia nei riguardi della Francia (p. 102) che nei riguardi della Germania verso la Gran Bretagna, per cui lo rimandiamo alla fondamentale opera del Taube: La politique russe tPavant-guerre.
Errori gravi, questi, ed inspiegabili quando si pensi che invece l'A. ha, in più d'un'occa-siane, dato prova d'aver penetrato bene la situazione diplomatica europea nel suo complesso.
Ed è anche un difetto che il volume sia stato condotto esclusivamente sullo memorie degli -uomini politici e sulle compilazioni degli studiosi, con la più assoluta dimenticanza delle rac­colte dei documenti diplomatici francesi, inglesi, tedeschi, ecc. con l'ingiustificata esclusione del Pribram e dei Documento diplomai ìques secreta russes del Payot che, abbracciando il periodo 1914-17, escono solo materialmente dai confini dell'opera in questione-
Scorrendo la Bibliografia (p. 295-300) fa poi una penosa impressione la mancanza delle opere del Montgelas, dello SUevc, del Wegercr, del Fay, del Laugcr, del B. Schmitt, del Taube, degli scritti di A. Torre, ecc.
Molto, moltissimo da rifare, adunque; ma, nonostante tutto, questa prima redazione dà bene a sperare: la comprensione del periodo storico trattato indubbiamente c'è; si tratta ora di approfondire lo studio e di fissare i particolari con quella precisione ch'è condizione indispen­sabile alla creazione di una seria opera storica.
FEDERICO CURATO