Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECHE ; FRANCESCO II RE DELLE DUE SICILIE
anno
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1936
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pagina
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131
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Libri e periodici 131
bande indigene quei dubàt ormai famosi e di quelle specie di limes romano in mancanza di tma vera e propria lineo di confine verso l'Etiopia a protezione del territorio e delle popolazioni sottomesse all'Italia contro le depredazioni e incursioni abissine; nuova organizzazione militare, politica e amministrativa della Colonia; inizio risolato dello sfruttamento agricolo e di una colonizzazione razionale.
La maggior parte del libro è dedicata agli avvenimenti militari. Anche a prescindere dalla loro importanza, ciò sarebbe inevitabile, perchè i fatti d'ordine militare s i prestano per loro na tura ad essere narrati; c'è sempre, anche nella più semplice e tranquilla delle marce, una serie di episodi; tanto più, naturalmente, in azioni di guerra o di cosidetta grande polizia coloniale. Anche le difficoltà, i contrattempi, i problemi possono essere facilmente esposti e hanno sempre un che, direi, di plastico. Ma provatevi a narrare, in. un libro non tecnico, un'azione amministrativa o legislativa, senza impelagarvi tra cifre e statistiche e senza riportare la documentazione, che consisterà quasi tutta di monotona corrispondenza da ufficio a ufficio. Certo, anche qui come in tutto e come, specialmente, a proposito di trattative diplomatiche è possibile fare del colore, come dicono i giornalisti; anche qui non manca l'elemento umano, che in fin dei conti, anche l'ufficio più irrimediabilmente spersonalizzato e burocratizzato è composto di uomini, che hanno pur sempre loro virtù e difetti, gusti, passioni e tendenze. Ida il racconto d'una campagna di Napoleone commuoverà e farà sempre fremere tutti; e quello della formazione del Code civil farà dormire in piedi tutti coloro che non siano giuristi; e se di Napoleone la cultura comune ricorda l'ordinamento dato alla Comédie-francaise, ciò è dovuto per i quattro quinti al fatto che il famoso decreto venne firmato a Mosca: la quale è ancora una di quelle cose che colpiscono la fantasia. Ma questa digressione ha lo scopo di far notare che la conquista dei sultanati, se nel libro ha una parte preponderante, non fu dal Governatore concepita come un'azione che fosse fine a se stessa; bensì come parte indispensabile e organicamente coordinata col resto, d'un più vasto e armonico programma di governo. La riforma monetaria per cui una moneta di tipo straniero, la rupia, venne sostituita dalla lira italiana, e l'organizzazione scolastica; la sistemazione urbanistica di Mogadiscio e l'erezione della cattedrale cattolica e l'istituzione del Brefotrofio e dell'Orfanotrofio, sono anch'esse per ricordare, ora, questi soli provvedimenti tutti atti di governo ispirati dalla stessa idea fondamentale che presiedette alle azioni di conquista: e questa idea non è altro se non la concezione fascista dello Stato.
Questo era necessario mettere in luce, precisamente perchè anche la conquista militare apparisse nel suo pieno valore. Essa venne compiuta in tre fasi, la prima delle quali consistè nell'assoggettamento del sultanato di Obbia, la seconda nell'occupazione del Nogal, la terza nello stabilimento del dominio italiano in Migiurtinia. Ma lo svolgimento non fu rettilineo e in ogni periodo di operazioni si dovettero superare gravi difficoltà e vi furono incidenti che avrebbero potuto non soltanto ritardare l'azione ma qualora fosse stata condotta con meno ferma e decisa volontà fermarla addirittura, inducendo allo scoraggiamento e alla rinuncia; e, peggio ancora, vi furono difficoltà create da incomprensione e disubbidienza. Uno di questi episodi, il più noto, fu quello della rivolta di El Bur, in cui i militari indigeni si batterono con grande fedeltà e valore e fu assassinato, a tradimento, il capitano Eranco Carolei. L'omaggio e il compianto perii caduto non impediscono però all'autore eppure sarebbe stato così facile! di dire la verità e segnalare il grave errore e la disubbidienza agli ordini del governatore, compiuti dal povero Carolei accordando la sua fiducia e dando autorità sulle popolazioni a quell'Omar Samantar che fu l'autore della rivolta e che ancora oggi combatte con i nostri nemici. E il governatore ebbe che fare con funzionari in cui scarseggiavano la fiducia e la disciplina, taluni apertamente o velatamente ostili al fascismo, con teorici di null'altro ansiosi se non di veder confermate dai fatti le loro fosche predizioni fatte in base ad apriorismi o a deduzioni del tutto astratte; persino con capi militari i quali in buona fede, come l'autore con grande obiettività riconosce esageravano le difficoltà, titubavano, contrapponevano loro concezioni a quelle del governatore, senza comprendere che questi, in possesso di tutti gli elementi militari e politici per giudicare, doveva avere le sue buone ragioni per decidere diversamente. Perchèecco un altro punto da mettere in luce, risulta chiaramente da questo libro che non mai l'azione politica di penetrazione, propaganda e persuasione, cosi come quella delicatissima della raccolta delle informazioni, scompagnò l'azione militare, la quale non consistettecome qualche superficiale vorrebbe far credere, e magari anche, con incoscienza, esaltarein una serie di colpi dati alla cieca, e asseconda ti parte dalla fortuna, parte