Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECHE ; FRANCESCO II RE DELLE DUE SICILIE
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1936
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Libri o periodici
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ma tecnici Autentici, della cui capacita il governatore volle e seppe servirsi, ma con tutt'altro animo dal loro. Citerò, in due campi affatto diversi, la relazione del commissario Coronare sulle condizioni della Migiurtinia e la possibilità di condurvi operazioni militari: che con la rappresentazione forzatamente esagerata delle già gravi difficoltà logislir.be, doveva servire.-, di facile scusa agli esecutori scarsi di slancio e di fede (p. 114, cfr. p. 234), e il libro di R. Onor tecnico appassionato e sapiente dell'Azienda agricola sperimentale di Gcnale su La Somalia italiana: opera sostanzialmente senza lede nell'avvenire ma tale tuttavia, nella tecnica, che costituisce ancora oggi una preziosa guida per il colonizzatore somalo e la cui pubblicazione fu voluta nel 1925 dal Governatore che dell'opera aveva apprezzato il valore scientifico invero profondo (p. 304). L'intelligenza posta al servizio d'una volontà resa energica dalla fede può anche apprezzare l'opera dell'intelligenza rimasta infruttuosamente critica.
Di passi di questo genere, che illuminano il carattere dell'uomo e ci rivelano le ragioni ideali della sua opera, il libro abbonda, a L'offensiva era per il Governatore, come per tutti i guerrieri degni di questo fiero nome, l'unico mezzo per efficacemente difend ersi (p. 179); il Governatore sente ancora ima volta nella resistenza agli ordini e alle sue direttive che lo sforzo da superare è forse troppo grande se si attarda a credere di poter infondere in uomini legati a pregiudizi e pertanto deficienti nella fede la sua passione, e prende quindi le decisioni delle ore gravi (p. 230); Come in tutte le cose della vita, anche in economìa il non perdere tempo, sapendo chiaramente quanto si vuole e dove si vuole giungere, è precetto di indispensabile applicazione per la stessa esistenza; l'agire con precipitazione, il ripromettersi il miracolo dall'uno o dall'altro provvedimento, il ricercare stratagemmi più. o meno abili o furbeschi, è pernicioso e deleterio (p. 48); e Anche nella corsa bisogna saper prendere la salita, se non si vuole che il respiro si mozzi ed il cuore manchi allo sforzo... Fin dal principio del suo governo, il Governatore aveva tracciato un sommario programma. Le parole erano state poche ma ben precise, se anche vestite di poesia. Allora egli contava di avere nelle mani strumenti rudimentali e non adatti all'arte, cosi che l'oggetto con quelli foggiato non poteva essere né completo né perfetto. A distanza di qualche anno quel programma sarebbe stato pienamente posto in atto senza nulla dover mutare dai propositi di fatti (p. 50). E, in fondo, il festina lente della saggezza antica.
A questa s'ispira la politica del Governatore. Con una tribù, gli Omar Mahamud, disposta a sottomettersi ma non a consegnare le armi, (bella anche la loro dichiarazione: Gli Omar Mahamud non si rassegneranno mai a diventare donne ) egli tiene duro, e nota: Soltanto cosi si può sottomettere in via definitiva le genti primitive anche se lodevoli e forti come i somali, salvo più tardi a conquistarne l'affetto sopra queste fondamenta (della protezione e dell'ordine assicurati; p. 197). Ma poco dopo, si può ricorrere alla stessa gente, a Si ripeteva cogli Omar Mahamud il gioco politico già eseguito cogli Averghedir di 1 Bur. Se l'affidarsi a popolazioni indigene, quando non sono del tutto sopiti i motivi di risentimento del recente passato, non costituisse atto di ardita politica coloniale sul quale grava sempre l'imprevisto, poco merito ne risulterebbe a chi ha il coraggio e la misurata audacia di tentarlo e non gioverebbe ricordarlo. Chi non sa rischiare non sa vivere e certamente non sa nà comandare né governare. Quanto studio, invece, del momento, degli uomini, delle situazioni che si sviluppano e cambiano, è necessario! Questa politica di oculata fiducia posta sempre nella lealtà dell'indigeno disarmato e sottomesso pronto a servire il vincitore severo e umano, fu il segreto del successo delle operazioni militari per l'occupazione dei Sultanati. La maestra di questa politica ha nome: Roma (p. 201). Ma il Governatore aveva colto bene un elemento psicologico fondamentale: l'arma di proprietà per quel fenomeno di catatimia proprio del primitivo, si identificava con la sua libertà sconfinata e la libera disposizione della propria forza: l'arma ricevuta dal Governo invece si identificava con l'idea di sottomissione, di vassallaggio, col conseguente dovere di servire in lealtà (p. 203).
Cosi si preparava la Somalia italiana a divenire, non soltanto possesso italiano, ma vera e propria colonia, nell'autentico senso della parola. Sotto questo aspetto, bisogna dire che la bonifica di Mcrca-Gcnalc è anche più importante dell'opera compiuta dalla Società Agricola Italo Somala (Saia) diretta dal Duca degli Abruzzi. Questa infatti aveva dato l'impressione che la colonizzazione fosse possibile soltanto disponendo di forti riserve di capitali, e d'altra parte non poteva compiere da sola la messa in valore di tutte le parti della Somalia atte a uno sfruttamento agricolo; per di più, conveniva attirare nella colonia un maggior numero di autentici