Rassegna storica del Risorgimento
ECONOMIA; PASCOLI LIONE ; STATO PONTIFICIO
anno
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1936
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pagina
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1323
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Lionv Pascoli e la vita economica dello Stato pontificio, ecc. 1323
tributi. Già nel Testamento egli esclude ogni esenzione, e nel Codi-culo, ribadendo la sua idea, così si esprime:
Soppresse... tutte le gravezze e ridotte alle sole due dell'Estimo e del Testatico, vi si dovrebbe sottoporre ogni sorta di persona, eziandio pri-vilcgiatissima, perchè son più soflribili quando sono universali e che le paga cosi il nobile come il plebeo, tanto il secolare quanto l'ecclesiastico. E questi molto più di buona voglia pagar le dovrebbe per goder beni, che non provengono dal patrimonio, dalla casa e dalla persona, come son quelli del povero secolare. *)
Tali idee non erano certo nuove: esse hanno precedenti nella dottrina e nella legislazione. Per quest'ultima basterà ricordare la tossa del milione, applicata proprio nei primi del Settecento.2) Il merito del Pascoli consiste nell'estendere e generalizzare un principio, applicato fino allora solo a casi particolari, e nel metterlo a base del suo sistema.
Osserveremo, in secondo luogo, che nel passo su riferito e in altri che è superfluo riportare, si trovano vaghi cenni all'uniformità dell' imposta. Per il nostro infatti la giustizia deve regolare l'applicazione delle imposte e solo allora le gravezze volentieri si soffrono, quando sono imposte in modo che non rechino pregiudizio troppo sensibile, perchè ognuno s'induce facilmente a dare il superfluo, ma non il necessario .a)
Il criterio che deve guidare il legislatore, nella scelta del sistema tributario da adottare, deve essere, secondo il nostro, questo: semplificare e ridurre al minimo possibile i tributi. L'ideale sarebbe di avere una sola gravezza, perchè dalla piena esenzione di tutte l'altre nascerebbe l'intera libertà defl'universal commercio , elemento e mezzo di prosperità. Per questo il sistema proposto dal Pascoli s'impernia su due sole imposte Vestimo e il testatico. La prima è un'imposta sul capitale (beni stabili e denaro); la seconda colpisce il reddito derivante dall'esercizio delle professioni e delle arti.
Il Pascoli avversa risolutamente le imposte indirette, tanto che, nel Progetto... per ritrarre consideràbilissime somme di danaro... dal tabacco..., propone di sopprimere la privativa del tabacco con le restrizioni e i gravami a quella connessi, e di sostituirvi la capitazione.
Codicillo, Corollario XV,
2) Cfr. L. NlNA, Le finanze pontificie sotto Clemente XI, Milano, Treves, 1928, pp. 232-42.
3) Codicillo, Corollario XV.