Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno
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1936
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pagina
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1327
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GLI ALBORI DEL REGNO DI VITTORIO EMANUELE II SECONDO NUOVI DOCUMENTI
- PARTE I
DALL'AVVENTO AL TRONO ALL'OCCUPAZIONE DI ALESSANDRIA
(27 marso-24 aprile 1849)
La sconfitta di Novara fu il fatale e tragico epilogo di uno dei periodi più tempestosi della storia politica e militare del nostro Risorgimento.
Cinque giorni durò la nuova guerra in cui una battaglia sola, si può dire, bastò al crollo, per allora, delle speranze italiane.
Le conseguenze immediate della disfatta furono veramente terribili. Su una parte del Piemonte si accampò lo straniero; un Re cbe aveva giuocato in posta estrema corona e vita s'avviava in lontana terra d'esilio a morire di crepacuore, lasciando al giovane suo successore un paese atterrito, sconvolto dalla esasperazione delle fazioni e da tristi episodi di guerra civile; per alcuni anni ancora si avventarono le accuse più roventi, si scatenarono feroci recriminazioni fra gli nomini politici del tempo palleggiantisi la responsabilità della sconfitta; tanto profonda fu la delusione patita che si riguardarono come gravissime colpe gli errori altrui senza vedere e considerare i propri e nell'ardore delle polemiche, nella violenza delle espressioni e nella sdegnosa acerbità di giudizi su nomini e cose si passò cosi la misura che vecchie amicizie s'infransero per sempre ed odi tenaci scavarono un abisso profondo tra persone che pur tendevano, per vie diverse, allo stesso fine.
Perciò tutto quanto questi attori hanno scritto e detto intorno a quel periodo che segna i primi albori del regno di Vittorio Emanuele H, dall'armistizio di Novara al proclama di Moncalieri, se costituisce una fonte storica di primo ordine per le loro rivelazioni ed impressioni, non può certo, per il colore eminentemente soggettivo e passionale, avere per i posteri che un valore relativo.
Degli stessi contemporanei se molti si ostinarono nel credere che la ragione fosse solo dalla loro parte e persistettero nel mettere e nel volere inchiodati alla gogna i loro avversari, altri più temperati e consapevoli forse di non essere totalmente immuni da passione di parte, onestamente si appellarono al tempo galantuomo, al giudizio dello storico, meglio informato, più sereno ed obbiettivo.