Rassegna storica del Risorgimento

VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno <1936>   pagina <1330>
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Adolfo Colombo
èquivoque de toute la population de la Lombardie* La guerre est le voeu de l'opi­nion dominante dans le pays et la Chambre dea députés Fa domande e prochaìne, dans l'adressc qu 'elle a présente au Boi le 5 de ce mois en réponse au discouzB de la couronne. Mais une grande partic de l'opinion modérce nianque de con* fianco dans ce nouvel essai de la force et voudrait qu'on tachat plutót d'oblenir un resulta t acceptable de la médiation de la France et de l'Angleterre...
Così si andò a Novara dove, malgrado fulgori eroici del Re, dei Principi, di capi e di parte dell'esercito, la partita fu perduta.
Le prime voci della disfatta piombarono a Torino in termini un po' vaghi, oscuri, senza veste ufficiale, quasi misteriosamente. La sconfìtta, l'abdicazione, l'armistizio erano propalati da lettere private. Solo la mattina del 26 marzo si conobbe ufficialmente la notizia dell'abdicazione da una lettera scritta tre giorni prima. La strana assenza di notizie ufficiali, le timide ma sincere affermazioni dei ministri di nulla sapere di preciso, suscitarono un'atmosfera piena di sospetti e di diffidenze. In Senato, nella Camera sedute burrascose. Domande incalzanti si alternarono a sfoghi roventi. Quando si lesse alla Camera una lettera dal campo in cui il ministro Cadorna dava particolari della battaglia e della abdicazione un'emozione profonda serrò i cuori. La lettura poi delle condizioni dell'armistizio fu inter­rotta e seguita da esplosioni di sdegno e da invettive. L'armistizio fu definito un suicidio obbrobrioso, la cessione di Alessandria una viltà. Corsero insistenti, recise voci di tradimento. Perchè l'abdi­cazione? Chi aveva consigliato e definito tale armistizio? Come poteva un atto di tanta importanza non solo militare ma anche politica essere ignorato da ministri responsabili? Perchè Carlo Alberto, sia pure con atto disperato, non aveva portato le truppe su Alessan­dria e su Genova per rinforzarsi e rinnovare la lotta? Coll'abdi-cazione i ministri democratici di Carlo Alberto erano decaduti senza lasciare rimpianti se si presta fede a quanto scriveva Ilarione Petitti di Roreto in una lettera inedita a Gegia Targioni Tozzetti, il 31 marzo: J)
H Ministero democratico cadde fischiato e ontoso, come esoso a tutti. Gli suc­cedono uomini onesti e capaci che vedrete accennati nei fogli. I radicali li accu­sano di retrogradi, ma non è vero, sono liberali moderati...
i) Dal carteggio inedito di Ilarione Petitti di Korcto con Gcgin e 3?amny Targioni Toz­zetti. Questo carteggio consta di oltre 200 lettere interessantissime. Esiste in copia nel Museo del Risorgimento di Tarino.