Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno
<
1936
>
pagina
<
1332
>
1332 Adolfo Colombo
Aveva voluto la sconfitta, insinuavano, per affrettare il proprio avvento al trono. Perciò era stato d'accordo col generale Ramorino. Fu questa calunnia che perdette il disgraziato generale perchè se gli fosse stata concessa la grazia si sarebbe avvalorata l'accusa dei calunniatori. Così è sperabile, si legge in una lettera del tempo, che cesseranno i sospetti che la canaglia tentava di ingenerare che vi fosse stata connivenza col Re stesso e moltissimi personaggi di distinzione.1}
E Massimo d'Azeglio dando il 22 maggio in un dispaccio2) notizia a Gioberti della fucilazione avvenuta osservava:
Cette execution qui est à la fois une satisfaction de la justice et un acte de vigueur dn gouvernement qui a du resister à des pressantes instances fera toznher tous les bruits menzognera que les mauvaises passiona entretenaieut dans le public, et la punition de cette iufractiou aux Iois de la discipline militaire aura pour résultat une salutaire anielioration dans celle qu'il importe si essenticl-lement de maintenir dans Farmée.
A Nizza, informava in un suo rapporto 3) l'Intendente Teodoro di Santa Rosa, si era diffusa la voce che Vittorio Emanuele II a Vignale aveva abbracciato il maresciallo Radetski chiamandolo suo liberatore.
È interessante conoscere quanto il Petitti scriveva alla Gegia Targioni*) sugli umori popolari verso il Re:
Il Re, d'altera indole, coraggiosissimo ina sempre tenuto dal padre estraneo agli affari, sospettato a torto di essere legato all'Austria, è in uggia non solo ai radicali che gli affibbiano mille calunnie, ma al popolo tutto. Se esce, neppure lo salutano e l'hanno perfino fischiato, in modo che difficilmente può far il bene se non ha ministri popolari.
Ma vi è soprattutto una bella lettera, ancora in parte sconosciuta, che illumina di vivissima luce questi tempestosi inizi del regno e le sofferenze morali del giovane Re. Quando nel maggio Vittorio Emanuele cadde gravemente ammalato destando vivissime apprensioni, il generale Dabormida scriveva la seguente lettera, in
1) Vedi il mio studio II processo del generale Ramorino, in Pagine sul Risorgimento, in Jl Jìisorgimmto Italiano, fase. 3-4. 1933, p. 522.
a) Archivio di Stato di Torino. Copialettere oit.
a) Archivio di Stato di Torino. Materie politiche in genere. Cartello 14.
*) Carteggio inedito oit.