Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno
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1936
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pagina
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1337
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Gli albori del Regno di Vittorio Emanuele II secondo nuovi documenti 1337
della sera i principali officiali dell'esercito, il Ministro Cadorna coi Principi intervenissero nella sua Camera per ultimare ogni cosà.
Tutti convennero all'ora prefissa ma il Ministro non pensò a stendere Patto uè il Re a ricercarlo- Accolti di nuovo amorevolmente da Carlo Alberto e ringraziato ciascuno degli astanti dei servizi resi allo Stato (strano complimento per Cadorna che aveva contribuito a rovinarlo soltanto) udirono ripetere l'abdicazione e furono congedali. Poi dopo breve spazio il Re coi figli furono vedati uscire dalla stanza il primo di questi tutto piangente, il secondo eolTocchio asciutto e alle una e un quarto Carlo Alberto parti silenziosamente accompagnato da un servitore e da un corriere.
Si consumava così da Carlo Alberto il sacrifizio per la convinzione che esso avrebbe reso superflua la condizione di avere in ostaggio il Duca di Savoia il quale, succedendogli, avrebbe potuto ottenere patti meno duri.
Mentre egli partiva per l'esilio, il generale Cossato, accompagnato dal ministro Cadorna, ritornò al campo austriaco per partecipare la notizia della abdicazione e strappare le migliori condizioni possibili. Fu allora, prima di apprendere la notizia dell'abdicazione, che il generale Hess presentò per iscritto il progetto di armistizio quale il Radetski esigeva con patti più duri di quelli fatti verbalmente e di cui ora si conosce il testo preciso,2* ben diverso dal definitivo. Le condizioni erano queste: riconoscimento da parte del Re dei trattati del 1815 come base della pace da concludere, licenziamento dall'esercito sardo di tutti i sudditi lombardi, considerati come ribelli e di tutti gli Ungheresi e Polacchi sudditi austriaci, cessione della fortezza di Alessandria e del territorio fino a Casale compresa, di tutto il territorio fra il Ticino e la Sesia compresa Vercelli, restituzione dei Ducati, garanzia personale del Duca di Savoia per la cessione di Alessandria, il ritiro della flotta sarda dall'Adriatico entro 14 giorni, l'esercito in piede di pace entro 14 giorni, l'armistizio inviolabile ed indipendente dall'approvazione della Camera. Era in sostanza il progetto di cui già si conoscevano le parti sostanziali dalla lettera di Cadorna del 19 febbraio 1866 e dalla relazione Cossato.
Ma se confrontiamo questo primo progetto preparato per Carlo Alberto e in un primo tempo mantenuto per Vittorio Emanuele,
i) ANTONIO MONTI, Unzione personale di Vittorio Emanuele nell'armistizio di Novara e nel trattato di Milano secondo documenti inediti di fonte austriaca, in Rassegna di politica internasionale, dicemBro 1935.
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