Rassegna storica del Risorgimento

VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno <1936>   pagina <1339>
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Gli albori del Regno di Vittorio Emanuele II secondo nuovi documenti 1339
Sta insomma il fatto che Vittorio Emanuele II, salendo al trono, rifiutando di compiere un atto incostituzionale rivelò grande sag­gezza e F intuito, sempre provvidenziale nella storia dei Savoia, che rispettando Io Statuto e conservando i colori della bandiera nazio­nale, avrebbe mantenuto presso gli altri stati italiani il prestigio del Piemonte ed assicurato i destini della nazione.
Certo è cbe egli seppe col suo atteggiamento fiero e risoluto con­vincere lo scaltro maresciallo. Ne fece testimonianza il generale d Aspre che scrivendo da Vignale nello stesso giorno dello storico colloquio al principe di Schnarzemberg, capo del governo austriaco, affermò che il tono del nuovo Re fu minaccioso; riferì anzi le stesse parole di Vittorio Emanuele II: Se gli volevano imporre condizioni troppo onerose egli aveva ancora 55 mila uomini riuniti ed ordinati, pronti a farsi ammazzare con lui fino aWultimo .1}
In questa contingenza il maresciallo Radetski appare alquanto diverso dal tipo convenzionale. Egli si dimostrò arrendevole con Vittorio Emanuele spinto non da un sentimentalismo di cui non era capace ma da una visione particolare dell'interesse austriaco che riteneva più tutelato da condizioni miti al vinto che da patti troppo duri. Era tolto di mezzo il nemico più acerrimo che avesse l'Austria, Carlo Alberto. Puntare sn Torino, come aveva promesso in un pro­clama, non riteneva prudente per la vicinanza della Francia di cui diffidava. L'Austria aveva bisogno di pace. Attorno in Germania eravi fermento di idee unitarie; F Ungheria minacciava l'insurrezione. La pace immediata col Piemonte avrebbe potuto, secondo il pensiero di Radetski, rendere l'Austria padrona morale della penisola. A Vignale, come ricordò Radetski in un suo rapporto sunteggiato dal Salata e dato integralmente dallo Smith8) Vittorio Emanuele gli espresse la sua volontà di dominare il partito democratico4) a cui suo padre aveva lasciato briglia sciolta ma per far ciò gli occor­reva del tempo e soprattutto di non essere screditato negli inizi del regno. Tale dichiarazione era piaciuta al maresciallo che si era piegato a qualche concessione nella speranza di avere nel Piemonte rinsavito una garanzia di tranquillità pel futuro. E fu tale la sua fiducia nel nuovo Re che non pretese, da lui, come avrebbe voluto
1) SAIATA, XI convegno di Vignale, ecc.
2) SALATA, art. cit.
3) HOWABD MCGAW SOTTO, The Armistioe of Novara; a legend of a liberal King, in Tfte Journal of Modem History, Chicago ghigno 1935. Cito indirettamente dal Monti non avendo trovato la rivista americana in alcuna biblioteca torinese.
*) Onesto è pure confermato da una lettera-inedita del generale Hess che produrremo più oltre.