Rassegna storica del Risorgimento

VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno <1936>   pagina <1342>
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1342 Adolfo Colombo
Ma ad aggravare la situazione piombava invece la notizia della rivolta di Genova. Fu un episodio tristissimo di lotta civile su cui oggi che, davanti alla magnifica fusione in un blocco granitico uni­tario di tutti gli italiani, ogni più lontana parvenza di municipalismo è spenta per sempre, si può fare qualche considerazione inspirata da probità storica senza venir meno ad alcuna legge di opportunità o di convenienza.
Genova, città antiaustriaca per eccellenza, non foss'altro per la simbolica tradizione di Balilla,X) Genova, città unitaria per l'incessante propaganda della fede mazziniana, Genova non molto tenera verso il Piemonte per il triste ricordo che nel '15 ad esso l'aveva incate­nata, Genova che già nel '48 per il suo continuo fermento aveva dato molto filo a torcere al governo sardo, era meno delle altre città disposta a tollerare la notizia della disfatta e dell'armistizio. Le prime voci, per quanto vaghe, diffuse in un baleno in un ambiente sensi­bilissimo, stordirono ed accesero; la parola tradimento corse facile di bocca in bocca; balenarono i sospetti; si lanciarono le accuse; tutte le ombre presero corpo. La notizia della cessione di Alessandria, in virtù dell'armistizio, allarmò e subito fu diffusa la diceria che anche Genova fosse data agli Austriaci. Questa voce, diffusa con altre ad arte,2) fu la causa occasionale della rivolta che scoppiò e fu domata nel modo che è ormai noto s> ma che non è ancora ben chiarito e documentato. Per ora sia consentita solo una parola conclusiva da alcune risultanze dedotte dalla lettura della immensa congerie di tutti i documenti relativi, conservati a Torino e non ancora venuti alla luce. Io ho motivi per credere che quando saranno conosciuti tutti i rapporti di Alfonso La Marmora, del De Asarta e del Farcito, le tre somme autorità governative in Genova i loro carteggi scambiati
35 Vedi ADOLFO COLOMBO, La tradizione di Balilla a Genova nel 1846, in Miscellanea Gof­fredo Mameli e i suoi tempi , Venezia. La Nuova Italia.
2) H generale De Asarta scriveva il 7 aprile al ministro della guerra (Archivio di Stato di Torino, Gabinetto Ministero Interni, 1849. Cartella 2): a Genova tumultuò per la divulgata e creduta notizia che questa citta sarebbe stata rimessa in pegno all'Austria per cautela delle condizioni di un'ignominiosa pace. Unanime parimenti era l'orrore che soppresse fossero le libere nostre istituzioni e che al Governo liberale un Governo dispotico ed assoluto fosse suben­trato . Su queste voci il Pinelll il 18 aprile scriveva ad Alfonso La Marmora (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite: Avvenimenti politici e militari 1849): Assicuri che le voci sparse fra essa e che la mossero ad insorgere, sono prive di fondamento e che egli a nome del Governo dà sicurezza che né le mura di Genova riceveranno truppe straniere, né si delincò menomazione dello Statuto.
3} Vedi specialmente LA MARMORA, Vn episodio del Risorgimento Italiano. Firenze Bar­bera 1875, Sul turbamento degli animi a Genova e sulle false voci diffuse vedi pure ABTOHO CODIGNOLA, Dagli albori della libertà cit,, p. 631 nota ln<