Rassegna storica del Risorgimento

1831 ; CONSIGLIO DI STATO ; MAGISTRATURA ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1936>   pagina <1371>
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Nuovi'documenti intorno atta rinascita del Consiglio di Stato nel 1831 1371
ripristinare, in forma adatta al momento storico, l'antico istituto del Consiglio di Stato. Egli narra infatti che nei secoli precedenti, per conoscere gli abusi amministrativi ed i bisogni del popolo, i Duchi di Savoia avevano convocato gli Stati,1) rappresentanza dei tre ceti, nobili, clero e popolo, quest'ultimo costituito dai soli comuni dipendenti immediatamente dal Principe. *) Gli Stati si raccoglievano sempre per volontà del Principe, non in luoghi fissi né ad epoche determinate, concedevano il sussidio da loro richiesto, e quindi espo­nevano con suppliche i disordini dell'amministrazione ed i rimedii che stima­vano opportuni: ad ogni supplica veniva la risposta, talvolta negativa, spesso modificata. Gli Stati non avevano né potere legislativo, né potere di pace o ,di guerra: sparirono sotto Emanuele Filiberto. 3) Allora nacque ufficialmente il Consiglio di Stato, che in realtà già esisteva nel Consiglio Nobiscum residens, di cui fin dal 1343 fu fatto cenno dai tutori di Amedeo VI. H Nomis non ricol­lega, come altri fa,4) quest'ultima istituzione alla Curia del Principe, di cui sì parla in un documento dell'11 luglio 1263.
Del Consiglio Nobiscum residens, invece, egli ci dice che siccome il nome stesso lo dimostra risiedeva accanto al Principe, e consultavalo negli occor­renti di governo ed anzi rendeva pur anco a nome suo la giustizia, prima dello stabilimento dei tribunali detti oggi magistrati supremi .5) Viene poi a par­lare dei suoi membri ch'erano i Principi del Sangue, le persone di maggior dignità e coloro, dei quali il Sovrano stimava la capacità e la dottrina, anche eccle­siastici, senza mettere in evidenza che questi ultimi non erano contemplati negli statuti generali, per mezzo di cui il Consiglio era stato riordinato a più riprese*) nel 1355 da Amedeo VT e nel 1430 da Amedeo VJH.
Emanuele Filiberto riformò completamente l'istituzione, che chiamò Con­siglio di Stato, distinguendo i consiglieri Politici, che venivan consultati negli affari di governo da quelli Togati, che si occupavan solo di ricorsi. E il Nomis cita una memoria del tempo scritta per ordine del Duca stesso da Gian Fran­cesco ed Ottaviano d'Osasco, dove si dice che il Consiglio di Stato doveva essere <c una scelta d'uomini pratici delle scienze e delle cose del mondo, fatta dal Principe, essere posto a vece del popolo..., proporre le sue querele e cercare rimedio agli inconvenienti, onde fra il Principe ed il popolo vi sia perfetto accordo e pace... . *)
i) Su questi V.. cenno in C. Diomsorn, Storia della Magistratura Piemontese, Torino, Ronx e Favole, 1881, voi. I, p. 92 e p. 121.
2) io., p. 121.
3) Vedi P. Ecroi, Emanuel*Filiberto, Torino, Paravia, 1928, voi. II, p. 143.
4) E. pEVBttEixr, TI Consiglio di Stato nella Monarchia di Savoia, Roma, Tipografia delle Mantellate, 1888, p. 11.
Ma. Nomifl di Consilia, cit., p. 11.
fi) G. DiumsoTTi, op. cit,, voi. cit., p. 61.
7) Ms. Nomis di Consilia, cit., p. 13.