Rassegna storica del Risorgimento

ORBETELLO ; PERALDI FELICE ; CIVITAVECCHIA
anno <1936>   pagina <1402>
immagine non disponibile

1402 Leopoldo Samlri
tuttavìa anche la situazione delle terre soggette al Governo pontificio, è fatta intravedere chiaramente e senza reticenze. C'è poi l'ammonimento finale, riba­dito nella lettera citata, con il quale in altre parole si chiede un buon governo, che è senza dubbio coraggioso nella lettera di un prelato. Forse nel dilungarsi molto su quest'ultimo punto il Peraldi dovette essere certo che era inutile spe­rare in una rapida attrezzatura militare di quella parte dello Stato, ma che, se realmente si fossero presentate le circostanze che si temevano, il Governo avrebbe nuovamente dovuto fare appello alle popolazioni come, con la noti­ficazione dei 31 gennaio 1793 aveva fatto Pio VI e che per chiedere a quelle i sacrifici che s'imponevano loro con la notificazione predetta, era necessario che quella gente si sentisse il più. possibile attaccata al Governo o per amore o per interesse.
Questa critica, che tale resta anche se presentata con molta cautela, del sistema secolare del Governo della Santa Sede, non dovette certo piacere a Roma, dove poi da parte del Delegato di Civitavecchia giungevano frequenti richieste di fondi per lavori ed opere e venivano sottoposti progetti e piani di riforma. In tutto questo lavoro il Peraldi doveva essere solo a volere e a lot­tare nell'ambiente angusto che lo circondava, fatto di politicanti sospettosi che misuravano con la loro cortissima vista le iniziative altrui, di qualche im­provvisato rivoluzionario che avrebbe voluto troppo e di una massa alla quale più di ogni altra cosa interessava lo statu quo, non perchè lo ritenesse il migliore, ma perchè avversa di principio, per una secolare educazione, ad ogni novità e ad ogni movimento. Ma queste categorie di persone non erano solo a Civita­vecchia ma un po' dovunque nello Stato e soprattutto in Roma, dove, in quegli anni si alternavano nel Governo della cosa pubblica, per cui non stupisce se la carriera, diciamo così, politica del Peraldi era destinato a terminare assai presto. Un anno dopo infatti il Peraldi veniva esonerato dalla carica e richiamato a Roma con dispaccio del 17 agosto 1835 e nominato votante del supremo Tri­bunale della Segnatura di Giustizia ; *) con lo stesso provvedimento veniva altresì designato il suo successore nella Delegazione di Civitavecchia, monsignor Lorenzo Grechi Delicata. Il 23 del mese successivo, di queste nomine veniva data partecipazione ufficiale alle autorità d'uso e cioè al cardinale Camerlengo, al Governatore di Roma, al Tesoriere, al Preside delle Armi, al Presidente del Censo, al Segretario della Consulta, all'Uditore della R. C. A., al Prefetto del Buon Governo, al Presidente degli Archivi ed a quello della Cassa di Ammortiz­zazione; tutti risposero rallegrandosi in forme più o meno calorose della pro­mozione dell'uno e della nomina dell'altro. Con l'accenno a queste formalità si potrebbe chiudere questa breve nota se non si imponessero ancora alcune considerazioni sul brusco richiamo, o con frase più appropriata sulla promozione
I) (A. S. R.), Ministero Interno. Busta 22, fase. 26.