Rassegna storica del Risorgimento
1855 ; TOSCANA
anno
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1936
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pagina
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1405
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UN FALLITO TENTATIVO RIVOLUZIONARIO IN TOSCANA NEL 1855 I I
Giorni tristi volgevano in tutti gli stati Italiani dopo il 1849. Tramontato il sogno federalistico neoguelfo, coi il papa aveva recitato il De Profundis coli'allocuzione del 29 aprile '48, infranto sui campi di Novara l'ultimo sforzo delle armi regie, dileguata la meteora mazziniana in un tramonto sanguigno a Venezia e a Roma, un'ombra ferale sembra distendersi su tutta Italia. L'Austria vincitrice o restauratrice dei principi spodestati o fuggiti impera con le sue soldatesche e colla sua polizia. Il solo Piemonte mentre cerca di sanare le piaghe della guerra perduta prepara in silenzio la riscossa per l'avvenire, e pur aprendo le sue frontiere ospitali ai profughi di tutta Italia, uè sorveglia e talvolta ne reprime l'attività, quando questa si diriga contro le istituzioni dello stato ospite, o si esplichi in forme tali da turbare i rapporti con le potenze confinanti, che sospettose additano Genova e Torino come posti avanzati del sovversivismo italiano.
In Toscana Leopoldo II partito come principe italiano, ritorna come granduca austriaco, e sotto l'egida di austriache armi, annulla in pochi anni le benemerenze acquistate nel venticinquennio di governo precedente quando la Toscana era un'oasi di tolleranza fra gli stati reazionari italiani.
Il Governo intanto non era ne interamente assoluto né costituzionale, cosicene fra le illusioni perdute, i desideri non soddisfatti, le rinascenti diffidenze degli opposti partiti, doveva ogni giorno far prova dei difetti, più che dei vantaggi dell'una o dell'altra forma governativa nell'arduo e ben difficile compito di riordinare politicamente ed economicamente il paese. J)
Per togliere i difetti deplorati, mentre fin dal 1850 si decreta lo scioglimento del Consiglio Generale dei Deputati, due anni dopo si abolisce lo Statuto, promulgato il 17 febbraio 1848 ed il 26 giugno successivo solennemente confermato invocando la testimonianza di Dio, poiché tal forma di governo non consuona né con le patrie istituzioni né con le abitudini del popolo.2)
In contrasto con le tradizioni di politica ecclesiastica di Pietro Leopoldo, dopo lunghe trattative con la Santa Sede, viene concluso un nuovo Concordato, definito dallo Zobi come monumento d'imprevidenza politica per le molteplici
X): Sono parole testuali del Boldasseroni, presidente del Ministero toscano dopo la rcstau-razioneiriportatenell'opera Leopoldo II e i suoi tempi (Firenze, 1871), p. 391.
2) V. BAUJÀBSEBONI, op. eit., p. 421. Il decreto di scioglimento dell'assemblea fu emesso in data 21 settembre 1850. La relazione al decreto di soppressione delio Statuto e alla reintegrazione del governo assoluto e pubblicata in Toscana ed Austria, pp. 92r-9 (Ìcne, 1859), Biblioteca civile dell'italiano.