Rassegna storica del Risorgimento
1855 ; TOSCANA
anno
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1936
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pagina
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1409
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Uri fallito tentativo rivoluzionario in Toscana nel 1855 1409
guerra di Crimea, fosse richiamato il presidio francese, o comunque non fosse rinforzato. **
In seguito a questa informazione, pervenuta verso la metà di novembre fu intensificata la vigilanza alle frontiere terrestri e nei porti, specialmente a Livorno e si sorvegliarono con particolare attenzione tutti i forestieri provenienti dagli Stati Sardi. Tra questi fu segnalata la presenza di un certo Angelo Pino di Oneglia proveniente con regolare passaporto da Genova, sbarcato a Livorno il giorno di Natale del 1854 e diretto a Firenze. Prima che questi giungesse alla capitale il ministero dell'interno raccomanda al prefetto di Firenze di dar disposizioni che quello non fosse perduto di vista, e senza impedirgli di soggiornare nella città si facesse in modo di conoscere lo scopo di questo suo viaggio ed i rapporti che avesse con sudditi toscani o stranieri domiciliati nel Granducato; così mentre si sarebbe potuto prevenire qualunque movimento politico, si sarebbero conosciute le persone che avessero tenuto condotta sospetta. 2)
Partito il Pino da Livorno il 29 dicembre, il primo gennaio giunse a Firenze, e da quel momento ne furono spiati tutti i passi e talvolta riferiti per filo e per segno i discorsi che egli teneva in luoghi dove credeva di essere al sicuro da occhi e orecchi indiscreti. Presentatosi con commendatizia a certo Aristodemo Cecchi, fu da lui presentato all'avvocato Annibale Lapini in casa del quale le sera dell'8 gennaio ebbe luogo un primo convegno. I sospetti si accrebbero sul conto del forestiero quando Io si vide entrare in casa del famosissimo demagogo Mini, più degli altri arrabbiato, perchè pare si proponesse di organizzare delle centurie di azione ed uscirne dopo un colloquio di oltre quattro ore. L'undici gennaio avvenne un'adunanza nella stanza attigua del caffè dell' Elvetichino presso il Duomo, cui parteciparono l'israelita Basevi junior, il marchese Cesare Trevisani, Romano; certo barone Pelli, Napoletano e gli avvocati: Morandini, Ballerini, Bartolommei Trinci, Vecchietti, Alfonso Andreozzi, Cesare Telimi, Aristodemo Cecchi giornalista, i fratelli Celestino e Beniamino Bianchi, Becattini, Bosi e Paolo Emiliani Giudici.3)
Pare che in questa adunanza fosse redatto lo schema di un proclama da rivolgersi ai Toscani, di cui non si conosce né il testo né il tenore, perchè mentre era in corso di stampa presso della tipografia Batelli, alla notizia dell'arresto del
i) Archivio Storico di Livorno, Registro di polizia, 1853-1861, n. 351 e Affari Riservati,
1854, n. 51. jjjl
2) R. Archivio di Stato Firenze. Negozi Archivio Segreto, 1855-1856, n. 31, parto I, parte II
[sótto due grossi volumi in f.
3) La maggior parte delle persone qui nominate sono abbastanza note perchè se ne debba fare una illustrazione. Il Basevi è figlio di Emanuele che fu deputato nel Consiglio Generale del 48. Deil'Andreozzi v. F. MAB-HNI, Due dell'Estremo, pp. 21-22, Firenze, 1920. H Guerrazzi in una lettera in quest'opera riportato lo chiama ingegno gronde e maligno che importava non offendere o spegnere. Era stato uno dei difensori nel processo Guerrazzi nel 1853. Il Ricasoli nel 1859 lo fece arrestare come granduchista .
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