Rassegna storica del Risorgimento

1855 ; TOSCANA
anno <1936>   pagina <1412>
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1412 Guido Satinino
Di questa brillante operazione dà notizia il Landucci al cav. Ronchivecchi, commissario straordinario governativo a Livorno durante il periodo dell'occupa* zione austriaca, in una lettera in cui traspare la gioia per il colpo maestro com­piuto. Il momento era particolarmente delicato: gli Austriaci avevano lasciato Livorno ai primi di gennaio e dovevano lasciare quanto prima Firenze. Biso­gnava dare la sensazione che il governo toscano sapeva tenere gli occhi aperti e prevenire i disordini. Anzi si trasmette alla polizia austrìaca a Milano un docu­mento ritrovato al Pino nel quale si accenna a relazioni con Felice Orsini, allora nelle carceri di Mantova. *)
Egli scrive:
H Governo è venato sulle traccio di un nuovo piano rivoluzionario che rianimando folli speranze avrebbe potuto compromettere la tranquillità della Toscana, e avendovi tenuto dietro conia pia studiata diligenza ha potuto sorprendere alla perfine uno dei principali corifei venuto dall'estero a Firenze Fra le carte sequestrate esistono istruzioni autografe del famige­rato Giuseppe Mazzini, di capitale importanza nell'interesse governativo, sulla scorta delle quali si è proceduto ad arresti a Lucca, Fisa, Pistoia, nonché in questa Capitale. Restano ora a farsi ulteriori scoperte per colpire le più minute diramazioni di questo perverso tentativo. Si rac­comanda di rivolgere speciale attenzione alle persone di questo circondario conosciute per i loro riprovevoli principi politici.
Inoltre si danno disposizioni per l'arresto e l'invio a Firenze di Antonio Mangióni di Ravenna e N. Fucini domiciliato a Livorno in Borgo Reale. -
Mentre l'ordine era immediatamente eseguito per il primo, per l'altro si risponde rettificando la notizia nel senso che dovesse trattarsi del dott. David 'Fucini già domiciliato a Livorno e dal settembre 1853 emigrato alla Dianella presso Empoli.2)
Anche costui ricercato in quella località si costituì più tardi volontariamente e fu inviato a Firenze per esservi interrogato.
Evidentemente questa lista era stata consegnata al Pino da qualche emi­grato toscano in Piemonte o da Antonio Mordini, come afferma-il Giannelli, *) o com'è affermato negli inserti dell'istruttoria, da Pietro Carocci di Montevarchi, emigrato a Torino, che in alcune lettere si firma col nome di Giaurro. Così si spiega anche il numero notevole di cittadini diMontevarchi indicati come fedeli alla causa.
Fino dai primi interrogatori il giudice inquirente dovette rendersi conto che la maggior parte degli arrestati affermava il vero quando dichiarava di non conoscere il Pino e di nulla sapere dei Buoi piani.
t) V. Luzio, F. Orsini, p. 177, Milano 1914. In una lettera di Mazzini trovata indosso al Fino lo si incaricava di trattato coll'Orsini a proposito di certe somme da percepire. La lettera 1 u trasmessa al Radotzki a Milano e fa contestata air Orsini per dimostrare le sue relazioni con gli agitatori: lombardi. Tedi anche A. M. GfflSALBEBTi, Lettere di Felice Orsini, p. 178, Roma 1936-XT7.
2) Archivio Storico di Livorno, Affari riservati 1855. In data 16 gennaio 1855.
s) Y. op. vii., p. citata.