Rassegna storica del Risorgimento
1855 ; TOSCANA
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1936
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Guido Somiìno
I
non era quello un motivo per trattenere in carcere il suocero, questi fu abilita to il 5 febbraio dopo che la moglie ebbe prodotto varii testimonii in difesa di lai.
H Bracali poi da buon vinaio, si difende appunto come Toste della Luna Piena di cui parla il Manzoni. Io abbado a far Foste sembra dire à chi gli contesta che il suo locale era frequentato dagli aw. Nelli e Lapini e da certo Eustachio Ballanti, non altrimenti conosciuto, ma che certo non doveva essere un benpensante. Egli li conosceva fin da quando erano studenti di legge all'università e frequentavano il suo locale. Anche il sarto Maccheroni era un assiduo, ma era naturale, trattandosi oltre che di un cliente di un suo vicino d'esercizio. Risultava però che egli durante i fatti del 1848-49 si era mostrato fanatizzato pel regime repubblicano. Fu provvisoriamente abilitato insieme al Nelli il 24 febbraio.
Riguardo agli imputati lucchesi si danno queste referenze:
L'aw. Gioacchino Petrucci fu trovato in possesso della traduzione della Bibbia del Diodati, di una lettera di F. D. Guerrazzi, e, cosa più grave, di un cifrario corrispondente alle lettere di alcuni versi.
Egli dichiara di aver lette le opere incriminate per ragioni di studio, che il cifrario gli era stato affidato da un amico per scopi di corrispondenza non politica ma amorosa si protesta lealista e contrario a tutti i deliri, ama la libertà ma ordinata, cioè il progresso coll'ordine. Il rapporto della polizia riconferma che egli era un uomo studioso, di carattere riservato. Nel 1848'49 pure avendo simpatizzato con uomini amanti di novità non aveva commesso eccessi. Era stato pretore a San'Marcello alla une del 1848 e ai primi del '49, e in quell'occasione durante il passaggio della colonna Petracehi si era mostrato propenso alla repubblica. Tornato a Lucca, frequentò l'aw. Massei e la famiglia Cotenna di innegabili principi democratici.
Nulla di più grave risultò a carico del fratello Niccola.
Francesco Barsotti teneva in casa ritratti a doppia faccia riproducenti da un lato l'effige di Mazzini e Garibaldi, dall'altro quella di Leopoldo II inoltre era in possesso dell'assedio di Firenze del Guerrazzi. È ritenuto un esaltato e un violento capace di qualunque disordine. Gli si attribuisce anche un omicidio, quantunque da tale accusa fosse stato prosciolto per insufficienza di prove. È quindi designato, a parte il risultato dell'istruttoria, per provvedimenti di polizia.
Seguono i costituti degli imputati di Montevarchi:
Dittelmo Dami, fratello dell'avvocato Giuseppe, è definito esaltatissimo in politica. Prima e dopo della restaurazione fu in relazione cogli agitatori più ostili al governo.
Don Pietro Celembrini risultava in regolare corrispondenza coll'emigrato Pietro Carocci. Nel '49 era stato dall'Autorità Vescovile sospeso dall'ufficio per aver costituito il seggio per l'elezione dei deputati alla Costituente.