Rassegna storica del Risorgimento
1822 ; TOSCANA ; PISA ; CARLO ALBERTO RE DI SARDEGNA
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1936
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pagina
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1215
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Cospiratori piemontesi in Toscana, eoe. 1215
Per la ricorrenza della festa di S. Ranieri, alla quale dovevano partecipare la Duchessa di Lucca, il Principe di Carignano e altri augusti personaggi della Corte Toscana, la Polizia aveva organizzato un servizio severissimo di sorveglianza e di controllo. Oltre al richiamo in Pisa di una forza militare sufficiente e proporzionata al concorso che suole intervenire il Buon Governo di Firenze consiglia di provvedere almeno quattro giorni prima del 16 al controllo delle porte per i malintenzionati ed il Bargello di Pisa propone che almeno il giorno 11 incominci il servizio coi volanti e tre amici segreti dei quali due di Lucca ed uno di Firenze. Fu richiamata una circolare del 1819, emanata in occasione della visita di S. M. Cesarea l'Imperatore d'Austria ed istituito un servizio straordinario dal giorno 13 al giorno 20. E questo probabilmente sapeva il Varselli che parlava nella sua lettera di guardie ambulanti. Il Bottone possedeva inoltre quattro paia di pistole, come risulta dal verbale di perquisizione. U Malatesta parlerà di pistole e di pugnale che dovevano essere provveduti dai due piemontesi.
Non solo, per quanto naturali i sentimenti d'odio verso i governanti e le discussioni di principi e tendenze tra giovani fanatici settari, è da rilevare nella corrispondenza del Pertunzi al Bottone l'indizio di un violento dissidio tra il Pertunzi e il Varselli. Scrive il Pertunzi il 14 giugno: Già da chi è allevato colla nobile tirannia non si può aspettare altro che sentimenti tirannici, ed il Varselli scrivendo al Bottone mentre giudica pazzo il Pertunzi, parla del Bottone come di un compagno degno di tenergli compagnia all'ospedale di S. Bonifacio. Scherza, senza dubbio, chiamandolo caro descamisado, ma a me pare che tale modo di scrivere autorizzi a pensare che dovevano essere le radicali teorie di azione manifestate dai giovani nei loro conversari che determinarono il giudizio del Varselli. Ad ogni modo indubbiamente ci troviamo di fronte ad un impetuoso giovane, d'una attività febbrile e di una non comune audacia. E non è, a mio modo di vedere, questa esaltazione da manicomio del Bottone, rivelata dalla lettera del Varselli, un elemento trascurabile nella ricostruzione della fisonomia morale del misterioso personaggio che io credo di poter identificare col FriquetFouquet della rivelazione del Malatesta.
Ma c'è una lacuna: il compagno piemontese Francois. Su di lui non abbiamo nessuna notizia dall'incartamento. Un debole filo, ma caratteristico ci è fornito dall'Elenco dei forestieri di passaggio per Firenze. H 7 settembre 1822, dalla Porta S. Niccolò, diretti a Incisa, partono: BOUQUET ALESSANDRO - Americano - Possidente; CAVASSA FILIPPO - come sopra e cioè, anch'esso, americano e possidente. L'americano Cavassa, dal nome così tipicamente piemontese, compagno di viaggio del piemontese Bottone,
i) ARCHIVIO STATO FIRENZE, Buon Governo Ordinario, anno 1822, filza 43, ins. 2049.