Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MAZZINI GIUSEPPE ; SICILIA
anno <1936>   pagina <1220>
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Concetta Maniscalco
e travisato dalla Polizia in un episodio di volgare delinquenza, seguendo quelli ch'erano, per il momento, gì*interessi di Ferdinando II.
Per quanto le finalità di questa congiura fossero apparse evidenti dalle grida di viva il Re e la Costituzione , emesse dagli insorti durante la loro breve azione, pure di questi eroi il Mazzini fa onorevole menzione nel primo fascicolo della Giovino Italia, 9) pubblicato qualche mese dopo il supplizio.
Neil' Isola quest'avvenimento provocò un aumento di sospetti e di timori nei funzionari di Polizia, che, per i moti e le cospirazioni scoppiati in Italia dopo la rivoluzione di luglio, esercitavano la loro sorveglianza su i movimenti degli stranieri in Marsiglia, additata come il covo del liberalesimo, come il luogo dove si era rifugiata la folla degli esuli, pronti a tramare nuove insidie ai troni.
Così anche prima del tentativo d'insurrezione 1 settembre, già nel febbraio del 1831, arrivava da Palermo a Napoli la notizia di un tentativo di sbarco in Sicilia, da operarsi dagli emigrati italiani riuniti a Marsiglia;3) le paure del Governo nascevano dalle probabili mene di Guglielmo Pepe, rifu­giato per l'appunto a Marsiglia.4)
Ma nulla trapelò in sul principio alla Polizia di Napoli e Sicilia della pro­fonda trasformazione che andavasi operando a Marsiglia fra tutti gli sparsi ed opposti elementi, accorsi da ogni parte d'Italia, per opera del Mazzini, che creava'in essi l'accordo in una medesima fede politica, rendendo unitari coloro che dal 1814 al 1831 avevano cospirato solo per la propria regione.
La sorveglianza della Polizia non vedeva per allora questi nuovi fantasmi, ancora più pericolosi degli altri.
Solo più tardi, mentre per lievi concessioni le popolazioni delle città sici­liane parevano vivere più tranquille,s) il Governo da Napoli si insospettiva di nuovo delle agitazioni turbolente degli esuli dimoranti in Francia e con premura ne teneva avvertita la Luogotenenza: si doveva impedire che penetrassero
9 Ferdinando II voleva sfuggire al preponderante intervento dell'Austria negli affari del suo regno, intervento che si sarebbe maggiormente affermato, se egli si fosse dimostrato incapace a mantenere lo Stato immune dal germe della rivoluzione (Cfr. G. PALADINO, Intorno al moto palermitano del 1' settembre 1831, in Rassegna Storica del Risorgimento, Anno XVIII, suppl. al fase. I).
2) Amare perdite furono ai liberali: l'italiano Menotti... e il siciliano de Marchi che fu con gli undici amici sacrificato perchè tentò sottrarre la patria all'abbonito servaggio (in La Gio­vine Italia a cura di MARIO MENGHINX, Biblioteca Storica del Risorgimento Italiano, 1902-1904, fase. I).
3) F. GUARDIONE, H dominio dei Borboni in Sicilia dal 1831 al 1860; Torino Soc. Ed. Naz. 1907, voi. I, p. 70.
4) GUABDIONE, op. eie., p. 72.
s) Fino al princìpio del 1833 le ire politiche si possono considerare quasi esclusivamente effetto delle vecchie pretese d'autonomia, limitate ad un'amministrazione separata da quella napoletana*