Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MAZZINI GIUSEPPE ; SICILIA
anno <1936>   pagina <1228>
immagine non disponibile

1228
Concetta Maniscalco
H ridestarsi della loro attività non sfuggiva al Governo,1* che tenne più desta la sua attenzione e riusciva a sapere di una scoperta di stampati e proclami incendiari fatta nelle abitazioni degli esuli, che li manifestava chiaramente in corrispondenza con i malcontenti di Sicilia e appartenenti al Comitato della Giovine Europa. a)
Altre lettere dalla Francia informavano che i rifugiati di Marsiglia avevano concepito il disegno di fare stampare cinque manoscritti a sommamente sedi­ziosi e contrari al R. Governo , per farli diffondere clandestinamente nel Regno.3)
La diffusione di questi scritti o stampati di carattere rivoluzionario era affidata persino ai capitani di bastimenti ') o ai marinai che da Marsiglia viaggia­vano per la Sicilia e dalla Sicilia partivano, come risposta, delle assicurazioni di * essere pronti ad ogni eccesso . *)
Intanto l'eco degli avvenimenti di Sicilia era giunto al Mazzini nell'agosto del '37; egli in sul principio non seppe quasi raccapezzarsi in quel pasticcio e non riusciva a capire se l'insurrezione era avvenuta contro il colera o contro il Governo . 6J Poi, dietro le notizie più particolareggiate che gli giunsero, ebbe frasi acerbe di dolore e di rabbia per i Siciliani,7) che si erano mostrati incapaci ad approfittare dell'occasione propizia.
Ma ben altra impressione doveva causare questo rivolgimento della Sicilia in uno dei più fidi seguaci del Mazzini: in Nicola Fabrizi.
Questi, fuoruscito con altri tre fratelli dopo il fallimento del moto del '31 nell Italia Centrale, era stato per parecchio tempo a Marsiglia col Mazzini ed altri mazziniani.8) Passato poi in Ispagna, aveva militato con onore, prima come semplice volontario, poi come addetto allo Stato Maggiore, nei famosi cacciatori di Oporto, comandati dal gen. Borso dei Carminati.
Aveva avuto cosi l'agio di unire alla salda fede politica una pratica militare, che doveva poi suggerirgli la maniera di potere realizzare quella fede.
*) Ardiglio, Meli, B (muglio ed altri cattivi soggetti siciliani, all'annunzio degli avveni­menti di Sicilia, si sono dati nuovamente a complottare, non tralasciando di riunirsi... e di far rimarcare la ridestata speranza nei loro pravi disegni . R. Archivio di Stato in Palermo, basta 238, doc. 1197 (2 settembre 1837) pubbl. integr. dal GDARDXONB, op, cit., voi. I,p. 184.
2) Vedi doc. in nota a p. 7.
8) GuABDIONE, op. eft.. Voi. I, p. 187.
*) R. Archivio di Stato in Palermo, Polizia, basta 259, doc 2299 (19 gennaio 1838).
) GUAKMONB, op. ., voi. I, p. 189.
) M. E. N., voi. XIV, p. 58, lett. del 9 agosto 1837.
?) M. E. N., voi. XTV, p. 78: lett. del 1 settembre 1837: ... già dalla Sicilia io non m'aspettavo cose grandi, perchè, il principio che li move non ti italiano né veramente sociale: è un principio grettamente ed esclusivamente siciliano; ora una Sicilia isolata non può stare; sé cacciassero domani i Napoletani, si caccerebbero nelle braccia dell'Inghilterra o della Fran­cia, meglio stiano cosi. Quando grideranno: Italia e libertà, sarò dalla loro .
0) V. AZZARITI, Lettere inedite del gen, Nicola Fattisi, Molletta, Conte, 1914, p. 6.