Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; MAZZINI GIUSEPPE ; SICILIA
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1936
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1229
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Influssi mazziniani in Sicilia prima del '48 1229
Egli aveva preso accordo con i suoi compagni d'arme, quali Manfredo Fanti Nicolò Ardoino, Enrico Cialdird ed altri, di tenersi pronti ad accorrere per sostenere e dirigere un qualsiasi moto insurrezionale in Italia, che si fosse verificato in condizioni propizie*
Così non appena venne a conoscenza della rivoluzione del luglio del *37 in Sicilia, lasciò subito la Spagna e si recò a Malta, recando con sé una promessa del generale Borso e dei suoi amici: se la rivoluzione siciliana avesse avuto seguito, essi sarebbero accorsi ad un semplice avviso di lui, portando come valido aiuto i Cacciatori di Oporto ed altri corpi dell'esercito spagnuolo, cui che sostenere e propagare la rivoluzione.
Il Fabrizi giunse a Malta alla une del settembre, quando gli avvenimenti erano volti al peggio; egli veniva a sapere ciò che vi era di vero o di falso nelle notizie avute in Ispagna sul rivolgimento politico della Sicilia. 3. Se fosse stato possibile riattivare l'azione, anche con pochi uomini sulle montagne, gli amici sarebbero accorsi dalla Spagna per iniziare la grande riscossa. Ma era troppo tardi.
Tuttavia il Fabrizi, non disperando dell'avvenire, contando sull'irritazione degli gmlTni dei Siciliani per le sventure subite, volle stabilirsi a Malta, punto strategico per la vicinanza alla penisola e per la numerosa emigrazione italiana sparsa nelle isole Ionie. Le sue speranze erano divise da quei prodi compagni d'arme che da Valenza lo animavano all'opera, dichiarando con entusiasmo di avere fede che malgrado lo scoraggiamento conseguenza dell'accaduto, malgrado la ferocia del Governo napoletano, tutto non era morto in Sicilia ! che il fuoco vi era stato coperto di cenere ma non spento ! che un soffio sarebbe fórse bastata a palesarlo più. denso, più divoratore di prima ! 2)
Quindi il Fabrizi cominciò ad annodare le prime relazioni colla Sicilia, coadiuvato dai siciliani Antonino Faro, Diego Arancio e da altri nonché dall'Usìglio che già vi aveva gettato le basi della propaganda.8'
A varie riprese egli indirizzò ai Siciliani dei proclami che li incitavano a dare l'iniziativa alla riscossa.
E la Polizia subito notava un criminoso traffico di carte settarie che da Malta, per mezzo di un inglese residente a Giarre, Riposto, che si dava l'apparenza di negoziante di vini, venivansi misteriosamente spargendo per tutta l'Isola. *)
1) S. MXHOITB, Cenni storici sul gen. Nicola Fabrizi, Catania, annotta, 1886, p. 24 fXl Mironc, com*è noto, fa compagno di esilio del Fabrizi a La Veletta e ne condivise gli ideali politici).
2) T. PALAMENGHI CBISPI, Epistolario inedito di G. Mazzini {1836-1864), Milano, Treves, 1911, p. 8, Jett. di Enrico d'aldini, Niccolò Ardoino, Manfredo Fanti, inviata a Nicola Fabrizi da Valenza, 1*8 febbraio 1838.
3) x. PÀLAMENGHI GBISFI, op. eli,, p. 13; V. AZZAIUTI, OD. cit., p. 11.
4) B. Archivio di Stato in Palermo, Polizia, busta 241, doc. 335 (24 gennaio 1838);. busta 253, doc. 1868 (15 febbraio 1838).
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