Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; MAZZINI GIUSEPPE ; SICILIA
anno
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1936
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pagina
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1231
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Influssi mazziniani in Sicilia prima del '48 1231
Paolo Fabrizi era stato inviato ia Francia ed in Inghilterra dal fratello Nicola per abboccarsi con i principali rappresentanti dell'emigrazione italiana, invitandoli a rispondere al patriottico appello della Legione Italica.
Aveva pure l'incarico di persuadere il Mazzini di più cose: che la Giovine Italia non esisteva più; e siccome per volere tentare di riattivarla, occorrevano giustificazioni che, se potevano cancellare le accuse, non potevano imporre la fiducia nell'animo degli ascoltatori, la Legione Italica ne avrebbe accettato la bandiera evitando gli ostacoli, raccogliendone la parte intatta ; essa si sarebbe composta delle persone che univano all'accettazione del concetto, l'attitudine al fatto . *>
Ma queste considerazioni non suscitarono nell'animo del My.mTii altro che un gran dolore e scrisse all'amico dicendogli che fino d'allora egli avea creduto che i lavori da lui svolti fossero locali affatto, tentativi promossi tutti per trar partito dal fermento della Sicilia, sforzi per decidere l'apparizione di qualche banda in quei luoghi e non altro ; 2> era pienamente sicuro poi dell'insuccesso della Legione Italica, anche se la Giovine Italia si fosse rimasta inerte spettatrice nella lotta che il Fabrizi si disponeva ad intraprendere. s)
In questo senso scriveva anche al Melegari, esponendogli le ragioni per cui il Fabrizi aveva fondato la Legione Italica4) ed anche al Lamberti sfogandosi del dolore che gli causava quel sistema per condurre a dissolvimento la Giovine Italia, ideato dal Fabrizi che aveva tuttavia la passione di essere Giovine Ita'ia!.s)
Quindi il Mazzini scriveva pure al Fabrizi, tentando di conciliare la cosa: gli mandava cento copie del primo numero dell*Apostolato Popolare, raccomandandogli di cacciarne quanto più poteva in Sicilia e nel Napoletano , e poi proponeva a lui e all'Usiglio di diramare ai loro affiliati una Circolare che dichiarasse che essi, durante il periodo di inattività della Giovine Italia avevano voluto formare quasi un corpo sacro, che potesse un giorno, quando la bandiera della Giovine Italia risorgerebbe, farla forte e attiva e che ora, giunto questo giorno, si affrettavano a schierare le loro forze nell'esercito Nazionale.
i) Rivista di Roma, 1902, fase. XVII, lett. di Nicola Fabrizi al fratello Paolo del 30 agosto 1839.
2) M. E. N., voi. XVHL p. 175: lett. del 31 agosto 1839.
3) M. E. N., voi. XVIII, pp. 176-177: lett. del 31 agosto 1839.
4) a Respinti... dai ponti dell'interno coi quali avevano riannesso, Napoli cioè e la Sicilia ed ano o due punti, per ripugnanze mal definite alla Giovine Italia, hanno impastato una società sotto il nome di Legione Italica che non professa un corpo di principi... L'insurrezione secondo loro, non deve sostenersi con le bande, ma deve farsi per bande.
Non s*ha da pensare alle città, non a sollevazioni, ma un bel giorno recarsi ai monti ed agire (M. E. N., voi, XVHL p. 321; lett. del 30 dicembre 1839).
5) M. E. N voi. XIX, p. 98: lett. dell'aprile 1840.