Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; MAZZINI GIUSEPPE ; SICILIA
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1936
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Influssi mazziniani in Sicilia prima del *48 1233
e di stabilire relazioni fra i patrioti napoletani e siciliani, col pensiero di assopire, per la virtù del concetto unitario, le antiche animosità regionali; la sua opera alacre e prudente al tempo stesso continuava, diretta a congiungere come anelli di una catena i vari centri di cospirazione.
Da una sua memoria dell'ottobre 1840 *) rileviamo come un suo inviato, certo Montanari, recatosi a Napoli e a Palermo, avesse trovato quest'ultima assai disposta di spirito e molto confidente nei patrioti di Malta.
Circa lo spirito politico notò che l'importanza del concetto unitario italiano non era abbastanza intesa, ma non si respingeva; avverti qualche pregiudizio contro i napoletani, molta simpatia per il rimanente d'Italia.
Ma, come sempre per ogni cospirazione, non mancò la spia: così verso la fine del 1839, un certo Salvatore Enea di Capaci, allontanandosi dalla Sicilia per fallimento doloso, si rifugiava a Malta e certo doveva avere stretto amicizia con gli esuli per fare, nel 1840, al console di Napoli in Marsiglia, una molto particolareggiata denunzia sull'organizzazione della Giovine Italia in Malta. 2)
Egli riferisce che i maggiori esponenti dell'emigrazione italiana in quella isola erano i fratelli Fabrizi e due patrioti genovesi. Ad essi si erano uniti alcuni esuli siciliani come il march.esino di San Giuliano, Francesco La Gai-darà di Messina, Diego Arancio, Salvatore Mirone *) di Via Grande (piccolo villaggio vicino Catania) ed altri, tutti appartenenti alla setta della Giovine Italia.
Sempre secondo le parole dei delatore la loro missione non era altro che fare addivenire il partito liberale di Sicilia ai loro principi unitari e non a quelli d'indipendenza da Napoli... Spedivano in Sicilia degli scritti, emissari, ecc.. . Continua dicendo che questi scritti venivano inviati a Messina, a Catania ad un certo Giuseppe Morana4) ed a Pachino alla moglie di Diego Arancio. Da questi punti s'introducevano nel Regno; le spese necessarie erano approntate dal Fabrizi che riceveva delle forti somme dalla società cui apparteneva.
Da quello che abbiamo ricavato dalle altre fonti constatiamo come le notizie trasmesse dall'Enea corrispondessero alla verità; i nomi dei cospiratori da lui denunziati ci sono noti, per la maggior parte, come di quelli che effettivamente erano in rapporto col Fabrizi.
Altri nomi ci fanno scoprire nuove tracce, come per esempio quello del marchesino di San Giuliano. Il trovare il nome di questi tra gli amici del
i) Pubblicata in T. PALAMENGBI CKISPI, op. cit. Sulle ripugnanze di Palermo dal concetto unitario vedi pure: S. MERONE, op. cit., p. 30.
2) J{. Archivio di Stato in Palermo, Polizia, busta 323, doc, 35 (9 luglio 1840) già citata
a p. 14, nota 4.
8) 2.Q stesso autore dei Cauli Storici sul Generalo Nicola Fabrizi già citato.
4) MIRONE, op. cit., p. 30 a proposito della corrispoudenza diramata per l'Isola, parla di un certo Pietro Morano,