Rassegna storica del Risorgimento
BERSAGLIERI ; 1848-1849 ; PIETRAMELLARA (BATTAGLIONE) ; GUERRA
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1936
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Giovanni Natali
di attendere ordini dal colonnello Zuccari comandante della 3a Divisione militare, entro la cui giurisdizione egli si trovava. A precisa richiesta del Pietramellara, dopo i fatti dell*8 agosto in Bologna, il Latour rispondeva"li il 9 di non potergli dare ordini circa la marcia da Ravenna a Bologna* essendo il battaglione tra i corpi capitolati e aggiungeva: Se ella marciasse potrebbe ciò soltanto farsi senza che io ne abbia conoscenza ed io vorrei saperne nulla. Sono ancora partite da Forlì altre truppe di questa categoria . La confusione dei comandi era grandissima fra il Latour, il Belluzzi comandante delle truppe volontarie non capitolate, lo Zuccari comandante della Sa Divisione e il colonnello Rovero inviato dal Ministero delle Armi con altri ufficiali per costituire nelle Legazioni una Commissione militare per provvedere alla difesa. Ma il Pietramellara, che non poteva più trattenere i suoi soldati, parti da Ravenna il 9 e per Lugo raggiunse V11 Imola e il 13 si"-portò a Castel San Pietro. Qui il Pietramellara non riuscì a infrenare i suoi militi, molti dei quali anelavano a ricongiungersi con la plebe armata, che, dopo la vittoriosa giornata dell'8, spadroneggiava in Bologna, quantunque il Belluzzi, che frattanto teneva il comando delle truppe colà accorse per difendere la città da un eventuale ritorno degli Austriaci, gli raccomandasse ferrea disciplina e repressione di ogni caso di diserzione. Se non fosse stata la fermezza degli ufficiali, il battaglione avrebbe potuto dissolversi; il caporale Alvisi, 3 tamburi e 49 uomini la sera del 14 si staccarono dal corpo e marciarono verso Bologna, ma quivi a Porta Maggiore furono incontrati e disarmati per l'energia del dottor Gaetano Berti membro del Comitato di Salute Pubblica, che poi cercò di ricondurli alla disciplina con pacifici modi. In Imola era avvenuto un grave tafferuglio fra militi del battaglione Pietramellara e soldati della Civica mobile di Faenza del maggiore Pasi, forse anche per causa di screzi municipali. Il 16 il battaglione fece il suo ingresso a Bologna, dove il 18 partecipò alla rassegna delle truppe passata dal Belluzzi alla Montagnola. La più elementare prudenza, se si voleva in qualche modo tener saldo il battaglione ed evitare la combutta tra i peggiori di esso e i popolani facinorosi, loro antichi compagni di malefatte, consigliava di allontanarlo da Bologna e sottrarlo alle più perniciose influenze. Così decise il Belluzzi d'accordo col Comitato di Salute Pubblica, che il battaglione Pietramellara il giorno 24 si trasferisse a Cento. *) Il Pietramellara, cui tanto stava a cuore l'onore e la compattezza del suo battaglione, prima di staccare la marcia da Bologna, diresse ai suoi militi un nobile proclama che qui riferiamo. 2)
1) REGIO ARCHÌVIO DI STATO DI ROMA, Ministero delle Armi - Corpi di linea 1848-49, Busta 88, Battaglione Pietramellara, fascicolo 26, Carteggi. Lettere varie dell'agosto '48.
2) IDEM, idem. Busta 88, fascicolo 28, Libro degli ordini del giorno, n. 37.
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