Rassegna storica del Risorgimento

BERSAGLIERI ; 1848-1849 ; PIETRAMELLARA (BATTAGLIONE) ; GUERRA
anno <1936>   pagina <1261>
immagine non disponibile

Il Battaglione bersaglieri Pietrameliara 1261
poscia una contesa fra uno dei miei bersaglieri ed un macellaio a cagione di una femmina seguiti parecchi diverbi e contumelie in una casa privata, subito corse voce jpe* to-MS Wè rara che il battaglione Bersaglieri era una masnada di assassini, che era ora ili finirla e che bisognava disarmarli, che tutta la citta e la troppa doveva unirsi per dar loro addosso. In cattivò paese allignano le male voci come in cattivo terreno le male erbe. In un momento tanto solenne di conservare un perfetto accordo fra la truppa e il popolo, in pendenza Ai .così fatili inezie, ordinava il Comando di Piazza che nessuno dei Bersaglieri Mellara potesse star fuori di caserma oltre l'ora della ritirata senza uno speciale permesso. Questo ordine veniva eseguito da infinite e grosse pattuglie civiche che disarmavano ingiuriavano e battevano qua­lunque dei Bersaglieri avessero, trovato quietamente a bere in alcune osterie, avesse o non avesse il permesso, perchè erano pronti in caso a produrre ridicoli pretesti di regolarità. Per tutte le botteghe e le piazze e perfino nel Circolo Nazionale non era che un discorrere di fatti falsi che si attribuivano ai Bersaglieri; sui muri si vedevano scritte Morte al battaglione Mellara e infinite poi erano le parziali insopportabili provocazioni che sostenevano i soldati, mentre tranquillamente si recavano a diporta, per la città.
Se a fronte di tanti indegni insulti sopportati da soldati di spirito e di cuore italiano, in una città che è pur avvezza a far tanto buona cera agli Austriaci, si potevano con più-moderazione sopportare di quello che abbiane fatto i miei dipendenti, lascio alla S. V. di giudicare, protestando però che se con tutto il mio sforzo e quello dei miei ufficiali mi sono ado­perato a trattenerli e a impedire che si prendessero di tanto indegni strapazzi giusta vendetta, ciò ho fatto solamente per amor dell'Italia, la quale ha tanto bisogno nei momenti attuali di fraterna unione e quiete, di quella quiete che le autorità di Ferrara, il Circolo, il popolo sono poco teneri assai, e la loro condotta provocatrice ne è una prova sincera. L'avversione dei Ferraresi al mio battaglione non può essere scusabile che per gravi fatti di indisciplinatezza che potessero attribuirsi a tutto il Corpo o per uno spirito politico avverso a quello che inti­mamente professa la maggioranza della città. I fatti che hanno dato origine agli inconvenienti Bono quelli che ho di sopra a T. E. narrati. Lo spirito che anima i miei soldati è quello che li induceva a indossare hi militare divisa, ad accorrere nel Veneto alla guerra e ad abbrac­ciare con grande entusiasmo quella destinazione che ora a Venezia li spinge.
Lascio quindi alla saggezza di V. E. il giudicare definitivamente degli ultimi fatti di Fer­rara e il dare quel peso che meritano le altre accuse che non ci saranno risparmiate, special­mente riguardo la giornata del 14 corrente, in cui le vessazioni per parte della Civica e del popolo furono cosi calzanti, imponenti e straordinarie che fu un vero miracolo che io potessi riuscire a trattenere in caserma i soldati che vi erano quasi tutti accorsi per dar di piglio alle armi e vendicare la morto di due dei loro compagni, il ferimento di un terzo e il modo indegno di disarmare quei pochi che, quieti e tranquilli, passeggiavano per la città. Che se è vero che per quel primo fatto privato del macellaio, ben quaranta macellai si unirono per reagire contro tutto il Battaglione, ciò doveva attribuirsi all'ignoranza di tal sorta di gente, ed era dovere delle autorità, del Circolo e della Civica di opporsi a quella sanguinaria combriccola anziché unirsi ad essi come si vide 11 suddetto giorno 14 corrente, che alla testa di civiche pattuglie stavano quando due, quando tre di questi macellai armati di trombone. Era dunque: per vendicare l'ingiuria fatta al marito di quella femminuccia che il Circolo e la Civica si mostravano così accaniti oppositori dei miei soldati ? Ah ! era ben altra ragione. Molti nel Circolo e nella Civica saranno stati gli illusi, ma alcuni ancora i maligni ed i fautori dei nostri coni imi nemici. Per attestazione di un soldato del mio battaglione, giovane senza eccezione alcuna, uno di quei macellai ohe si trovavano armati il giorno 14 gli confessò amichevolmente che si egli che gli altri suoi compagni ricevevano baiocchi 50 al giorno do ignota mano che H pagava, perchè facessero la guerra (così egli) ni Battaglione Mellara, finche si fosse trattenuto a Ferrara'
M