Rassegna storica del Risorgimento

BERSAGLIERI ; 1848-1849 ; PIETRAMELLARA (BATTAGLIONE) ; GUERRA
anno <1936>   pagina <1264>
immagine non disponibile

1264 Giovanni Natali
Nella difesa di Roma il battaglione ebbe parte notevolissima e> si- nobi­litò per ferma disciplina, per valore e fedeltà alla causa della repubblica. Era giunto il momento in cui esso poteva rendere segnalati servigi.
H governo della Repubblica Romana, dinanzi alla minaccia di intervento francese per via marittima, il 23 aprile, quando già la spedizione delTOudìnot era in vista del porto di Civitavecchia, inviò colà il battaglione Pietramel-lara, con effettivi assai ridotti, e precisamente: la la compagnia 3 ufficiali e 49 uomini di truppa, la 2a compagnia 3 ufficiali e 53 comuni, la 3a compagnia 3 ufficiali e 54 comuni, la 4a compagnia 1 ufficiale e 52 comuni, la 5a com­pagnia 2 ufficiali e 45 comuni, la 6a compagnia 2 ufficiali e 43 comuni, la 7a compagnia 1 ufficiale e 37 comuni, F8a compagnia 2 ufficiali e 41 comuni; un complesso di 25 ufficiali e 375 uomini di truppa. Il Pietramellara era latore al Preside Mamiucci di una lettera del Mazzini che lo esortava a bene accogliere quel comandante e a dividere il di lui corpo in due battaglioni, aggregando ad essi gli esuli italiani che si aspettavano, consenzienti all'arruo­lamento nelle truppe repubblicane. L'arrivo del battaglione riaccese gli spi­riti dei più arditi disponendoli alla resistenza, ma, come è noto, i raggiri del-l'Oudinot, la mitezza del Mannucci, la contrarietà di gran parte della popo­lazione ad una dimostrazione armata, determinarono condizioni favorevoli allo sbarco dei Francesi. È da ricordare che nel Consiglio dei capi militari convocato dal Preside Mannucci la mattina del 25 aprile per decidere sulla opportunità o meno di una resistenza, il Pietramellara ripetè la protesta dei Buoi ufficiali di essere pronti a combattere, da Ini stesso però infirmata con la ripugnanza a intraprendere una lotta contro i cittadini, che appariva pro­babile dati gli umori, del popolo, e con la dichiarazione che le munizioni del corpo erano rimaste indietro. Alla fine, come tutti gli altri capi militari, firmò Tatto di doversi rinunciare ad una protesta militare, sostituendola con una protesta scritta da consegnarsi nelle mani del generale Oudinot. Avvenuto lo sbarco dei Francesi, il Triumvirato inviò i Ministri Montecchi e Rusconi in qualità di Commissari straordinari al comandante la spedizione, e nelle pe­nose trattative fu a lungo discussa anche la sorte del battaglione Pietramel­lara, che si desiderava ritirare a Roma. La cosa, prima negata dal generale francese, era stata di poi accordata, purché fosse emessa dichiarazione espli­cita di non combattere contro i Francesi, ma poi, mentre il Pietramellara e i suoi il giorno 27 uscivano tranquillamente da Civitavecchia, furono dai Francesi fermati, disarmati .y tenuti prigionieri. l)
1) FEDERIGO ToBBB, Memorie storiche sull'intervento francese, in Roma nel 1849, Torino 1851, I, 202; II, 56; GIUSEPPI* GABOSBI, Memoria per servire alla storia della rivoluzione degli Stati Romani, Genova 1852. ni, M>kETTOOTS MowrKCcai, Mattia Montecchi nel Risor­gimento Italiano, Roma 1932, p. 391, don. CUCE.