Rassegna storica del Risorgimento

BERSAGLIERI ; 1848-1849 ; PIETRAMELLARA (BATTAGLIONE) ; GUERRA
anno <1936>   pagina <1265>
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Il Battaglióne bersaglieri Pietramellara 1265
E fama che il Pietramellara, sdegnato per il disarmo del battaglione, rifiutasse di accettare il soldo che spettava ai suoi come prigionieri di guerra e volesse per alcuni giorni sottostare alle spese per il mantenimento dei com­militoni, attingendo al proprio peculio e non esitando a vendere il proprio cavallo. !)
Dopo il combattimento di Porta San Pancrazio del 30 aprile, pattuito lo scambio dei prigionieri tra la Repubblica e l'Oudinot, il battaglione potè far ritorno a Roma. Ciò avvenne il 9 maggio, ma siccome i bersaglieri erano stati, rimandati senza le armi, o meglio si erano sottratti con mia marcia not­turna ai loro custodi, mal soffrendo di rientrare disarmati come dei vinti, sostarono alle mura di Roma e, ricevute altre armi, fecero il loro trionfale ingresso fra le acclamazioni del popolo.
Giornata veramente gloriosa per il battaglione Pietramellara fu quella del 3 giugno.
Con una forza inferiore a 400 uomini divisi in otto compagnie i Bersa­glieri guardavano la linea comprendente le ville dette il Vascello, Quattro Venti, Pamphili e il convento San Pancrazio. Erano stati mandati in quei luoghi per rincuorare i cittadini alla vigilia di un probabile attacco, e mostrar loro che il nemico era sorvegliato da truppe scaglionate fuori della città.
Alle due del mattino del 3 si delineò l'attacco francese, che ebbe tutti i caratteri della sorpresa, nei pressi di Villa Pamphili, tanto più che la sera antecedente il ministro della guerra Avezzana e il generale in capo Rosselli, visitando gli avamposti, avevano assicurato il Pietramellara, che era ai Quat­tro Venti, di stare sicuro, non potendo temersi dai Francesi alcuna mossa prima del 4, e perciò solo l'indomani si sarebbero prese eventuali disposizioni per la difesa. Due compagnie (la la e la 2a), che occupavano la cappelletta Pamphili e il boschetto, improvvisamente assalite, furono subito tagliate fuori dal grosso del battaglione e fatte prigioniere, ma il Pietramellara non si perdette d'animo e riuscì a tenere in pugno e a raccozzare le altre com­pagnie. La prima a contenere il nemico fu la 3a, che poi riuscì a disimpegnarsi e a ritirarsi al Vascello, dove c'era la 7a col maggiore Pilla, e ai Quattro Venti, dove la 8a compagnia si sostenne strenuamente fino alle ore 4 quando giunsero i tenenti Mazza e Castaldini con la 4a e la 5a e il comandante con la 3:a e la 6a, sempre infuriando la lotta.
Vèrso le 5 da Porta San Pancrazio cominciò ad uscire la Legione Italiana e la battaglia infierì gagliardamente con ampio e vario sviluppo.
lj Pt'Lvro CANTONI, Una lettera indétta di P. Pietramellara. Estratto da Bollettino del-i'Ùjfitiio Storico del Comando di Stato Maggiore, Roma 1929, p.3.