Rassegna storica del Risorgimento
BERSAGLIERI ; 1848-1849 ; PIETRAMELLARA (BATTAGLIONE) ; GUERRA
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Giovanni Natati
MEIXINI avv. CESARE Dal 1 maggio 1848 segretario del battaglione e dui 1 maggio '49 sottotenente al seguito dello stato maggiore.
MONARI dott. FULMINIO Già aiutante maggiore nella Guardia civica, appartenne al battaglione come capitano della la compagnia solo durante l'istruzione a Castelfranco e non lo segui nella campagna del Veneto.
MONTANARI dott. CESAIIE Dalla fondazione ufficiale sanitario del battaglione.
Mucciou ASCANIO - Proveniente dall'esercito regolare, nominato il 16 giugno 1848 capitano nella 5 compagnia del battaglione Pietraniellara, nel febbraio '49 lasciò il servizio per non prestato giuramento al governo repubblicano.
NASCI GIUSEPPE - Dalla fondazione sottotenente nella 2B compagnia, promosso tenente il 1 febbraio 1849, restò prigioniero dei Francesi il 3 giugno.
PALOMBA LUIGI Tenente nel 5 Fucilieri, poi ff. di aiutante maggiore nel battaglione Universitario Romano, nominato dal generale Durando capitano nel battaglione Pietramcl-lara il 10 maggio 1848. Non seguì il battaglione a Roma.
PEPOU GIOVANNI Dalla fondazione tenente nella 3a compagnia, fu promosso capitano della 8a il 1 febbraio 1849. A Roma fu aiutante di campo del generale Rosselli.
PIACENTE RAFFAELE - Sottotenente nella lft compagnia dal 1 aprile 1849.
PIETRAMELLARA VASSÈ LODOVICO - Fratello di Pietro, nato a Bologna il 7 luglio 1822 ed ivi morto di colera il 4 agosto 1886 assistendo altri colerosi. Giovanissimo appartenne alla a Giovane Italia, si laureò in medicina il 2 novembre 1845. Nel '47 fu capitano aiutante maggiore nella Guardia Civica di Bologna ed ebbe parte attiva fra gli esaltati nel tentativo di organizzare un circolo popolare con Francesco Pigozzi e Livio Zambcccari. All'inizio della guerra d indipendenza nel 1848 aiutò il fratello nella organizzazione del suo battaglione e lo segui col grado di tenente, conseguendo il 1 febbraio '49 la promozione a capitano comandante della 1B compagnia. Il 3 giugno, durante l'attacco di sorpresa dei Francesi alle ville romane, restò prigioniero con la sua compagnia e fu trasportato a Bastia, donde rientrò a Roma alla fine di agosto e fu per due mesi aggregato al corpo dei Veterani, indi espulso per determinazione della censura. Nel 1859 partecipò alla Guardia Nazionale di Bologna col grado di capitano e nel marzo 1861 fu comandante della 1 compagnia del battaglione mobile del maggiore Giovanni Zoboli, col anale fu a Napoli e Benevento. Poscia fu impiegato nella amministrazione ferroviaria e continuò sempre a far parte di società democratiche. Dal 6 luglio al 27 settembre 1866 prestò servizio nel Corpo Volontari Italiani e nel *67 fece la campagna dell'Agro Romano col grado di maggiore, prestandosi nei servizi ferroviari e telegrafici.
PIETBAMELLABA VASSÈ PIETRO (detto comunemente Mellara). Di antica famiglia bolognese, figlio del marchese Pietro e della marchesa Carlotta Sampieri, nacque a Bologna il 6 settembre 1804. Ebbe la prima educazione a Venezia, erudendosi nelle lettere classiche e si laureò in legge a Bologna, ma poi preferì la carriera delle armi ed entrò nell'aprile 1829 come cadetto nel reggimento Guardie in Piemonte, conseguendo poi nel 1832 la promozione a sottotenente. Si trovava di guarnigione a Genova nella primavera del 1833; cooperò con la Giovane Italia per la preparatone di una congiura che fu sventata e, scoperto, fu radiato dai ruoli militari, espulso dal Piemonte con passaporto per lo Stato Pontificio, dove fu accettato per intercessione della madre e interessamento del cardinale Beraetti Segretario di Stato e del cardinale Spinola Commissario per le 4 Legazioni. In Bologna nel '35 fu ammesso, all'esercizio dell'avvocatura, ma non ismentl mai i suoi sentimenti mazziniani; partecipò attivamente alla preparazione degli sfortunati moti del 1843, e dopo il fatto di Savigno, insieme con Oreste Biancoli e Giovanni Righi Lo.mberi.iiii, che pure non avevano materialmente preso parte al tentativo dei fratelli Muratoti, stette alcun tempo rifugiato in Bologna presso il conte Aldrovandi, poi, travestito, fuggi in Toscana e di la in Corsica coi due predetti. Rimasero tutti e tre a Bastia sorvegliati dalla polizia francese, e quando divisarono di passare a Parigi,