Rassegna storica del Risorgimento

BERSAGLIERI ; 1848-1849 ; PIETRAMELLARA (BATTAGLIONE) ; GUERRA
anno <1936>   pagina <1272>
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Giovanni Natati
MEIXINI avv. CESARE Dal 1 maggio 1848 segretario del battaglione e dui 1 maggio '49 sottotenente al seguito dello stato maggiore.
MONARI dott. FULMINIO Già aiutante maggiore nella Guardia civica, appartenne al battaglione come capitano della la compagnia solo durante l'istruzione a Castelfranco e non lo segui nella campagna del Veneto.
MONTANARI dott. CESAIIE Dalla fondazione ufficiale sanitario del battaglione.
Mucciou ASCANIO - Proveniente dall'esercito regolare, nominato il 16 giugno 1848 capitano nella 5 compagnia del battaglione Pietraniellara, nel febbraio '49 lasciò il servizio per non prestato giuramento al governo repubblicano.
NASCI GIUSEPPE - Dalla fondazione sottotenente nella 2B compagnia, promosso tenente il 1 febbraio 1849, restò prigioniero dei Francesi il 3 giugno.
PALOMBA LUIGI Tenente nel 5 Fucilieri, poi ff. di aiutante maggiore nel battaglione Universitario Romano, nominato dal generale Durando capitano nel battaglione Pietramcl-lara il 10 maggio 1848. Non seguì il battaglione a Roma.
PEPOU GIOVANNI Dalla fondazione tenente nella 3a compagnia, fu promosso capitano della 8a il 1 febbraio 1849. A Roma fu aiutante di campo del generale Rosselli.
PIACENTE RAFFAELE - Sottotenente nella lft compagnia dal 1 aprile 1849.
PIETRAMELLARA VASSÈ LODOVICO - Fratello di Pietro, nato a Bologna il 7 luglio 1822 ed ivi morto di colera il 4 agosto 1886 assistendo altri colerosi. Giovanissimo appartenne alla a Giovane Italia, si laureò in medicina il 2 novembre 1845. Nel '47 fu capitano aiutante mag­giore nella Guardia Civica di Bologna ed ebbe parte attiva fra gli esaltati nel tentativo di orga­nizzare un circolo popolare con Francesco Pigozzi e Livio Zambcccari. All'inizio della guerra d indipendenza nel 1848 aiutò il fratello nella organizzazione del suo battaglione e lo segui col grado di tenente, conseguendo il 1 febbraio '49 la promozione a capitano comandante della 1B compagnia. Il 3 giugno, durante l'attacco di sorpresa dei Francesi alle ville romane, restò pri­gioniero con la sua compagnia e fu trasportato a Bastia, donde rientrò a Roma alla fine di agosto e fu per due mesi aggregato al corpo dei Veterani, indi espulso per determinazione della censura. Nel 1859 partecipò alla Guardia Nazionale di Bologna col grado di capitano e nel marzo 1861 fu comandante della 1 compagnia del battaglione mobile del maggiore Giovanni Zoboli, col anale fu a Napoli e Benevento. Poscia fu impiegato nella amministrazione ferro­viaria e continuò sempre a far parte di società democratiche. Dal 6 luglio al 27 settembre 1866 prestò servizio nel Corpo Volontari Italiani e nel *67 fece la campagna dell'Agro Romano col grado di maggiore, prestandosi nei servizi ferroviari e telegrafici.
PIETBAMELLABA VASSÈ PIETRO (detto comunemente Mellara). Di antica famiglia bolognese, figlio del marchese Pietro e della marchesa Carlotta Sampieri, nacque a Bologna il 6 settembre 1804. Ebbe la prima educazione a Venezia, erudendosi nelle lettere classiche e si laureò in legge a Bologna, ma poi preferì la carriera delle armi ed entrò nell'aprile 1829 come cadetto nel reggimento Guardie in Piemonte, conseguendo poi nel 1832 la promozione a sottotenente. Si trovava di guarnigione a Genova nella primavera del 1833; cooperò con la Giovane Italia per la preparatone di una congiura che fu sventata e, scoperto, fu ra­diato dai ruoli militari, espulso dal Piemonte con passaporto per lo Stato Pontificio, dove fu accettato per intercessione della madre e interessamento del cardinale Beraetti Segretario di Stato e del cardinale Spinola Commissario per le 4 Legazioni. In Bologna nel '35 fu ammesso, all'esercizio dell'avvocatura, ma non ismentl mai i suoi sentimenti mazziniani; partecipò atti­vamente alla preparazione degli sfortunati moti del 1843, e dopo il fatto di Savigno, insieme con Oreste Biancoli e Giovanni Righi Lo.mberi.iiii, che pure non avevano materialmente preso parte al tentativo dei fratelli Muratoti, stette alcun tempo rifugiato in Bologna presso il conte Aldrovandi, poi, travestito, fuggi in Toscana e di la in Corsica coi due predetti. Rimasero tutti e tre a Bastia sorvegliati dalla polizia francese, e quando divisarono di passare a Parigi,