Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1936
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pagina
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1279
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LIBRI E PERIODICI
ARTURO CODIGNOLA, Carlo Alberto in attesa del irono; Firenze, La nuova Italia , Editrice, 1936-XTV, in 80, pp. 132. L. 16 (Quaderni di Critica, VI).
La figura di Carlo Alberto, pur tanto studiata in questi ultimi tempi, resta sempre una delle più complesse e drammaticamente affascinanti del nostro Risorgimento. Ed un periodo particolarmente suggestivo della sua vita è certamente quello che lo condusse dopo gli avvenimenti del 1821, per un cammino pieno di amarezze, fra la ingenerosa diffidenza di tutti, liberali e legittimisti, fra intrighi di ogni specie che cospiravano contro di lui nomo e futuro Sovrano, verso il trono che il Destino gli aveva assegnato. Questo studio del Codignola mira appunto a chiarire 1 decennio 18211831, giustamente definito periodo formativo del suo carattere. La fonte dello llustre storico è una corrispondenza inedita che Carlo Alberto tenne attivissima con un esponente del partito conservatore, gentiluomo leale e valoroso, Lorenzo De Raymond), ex-colonnello dell'esercito austriaco, legato alle case regnanti di Savoia e di Modena da vincoli di devota amicizia. Egli non era sul principio favorevole al Principe, ma poi a poco a poco, conoscendolo, fu vinto dal suo animo nobile, riuscì ad influenzarlo nei momenti più scabrosi del suo dissidio con Carlo Felice e coli'Austria e infine contribuì in maniera decisiva a convincere il Mettermeli a non opporsi alla sua successione al trono.
Giovandosi di trentatrè lettere di Carlo Alberto al De Raymondi il Codignol a ricostruisce, considerando gli avvenimenti politici del tempo e la valutazione che ne fa il Principe, la posizione sua di fronte a quegli uomini, a quelle idee, a quei fatti che contribuirono a formare il suo carattere, dopo che la bufera l'aveva travolto quasi inconsapevole, lasciandolo carico di tanta tormentosa eredità, della quale cercherà appunto di liberarsi in questo decennio. E contro i colossi con i quali doveva lottare, Carlo Felice, il Mettermeli, Francesco IV, non aveva conforto che nella sua fede in Dio, non trovava aiuto che in pochissimi amici, fra i quali appunto il De Raymondi, al quale apre intiero il suo animo. Di particolare interesse sono le considerazioni del Codignola sulle ragioni dell'amicizia tra il Principe e il De Raymondi (pp. 910) e sui rapporti del primo con Carlo Felice.
F.MTT.IA MOREIXI
Gen. Crono DEL BONO, Come arrivammo a Custoza e come ne ritornammo. Prefazione di A. Lombroso; Milano, Casa ed. Oberdan Zucehi, in 8, p. XVJU-264, 1935-XIV.
Pietro Silva, nel suo volume 12 Sessantasei che riuniva e completava alcuni studi pubblicati precedentemente (e sarebbe stato desiderabile che il Del Bono si fosse riferito all'opera definitiva e non ai saggi parziali) scrisse: Dopo i documenti prodotti dal La Mormora stesso e dal Ghiaia, quasi tutto l'edificio eretto dagli accusatori del La Mormora è irreparabilmente crollato . Se egli voleva alludere a certi attacchi ingenerosi ed ingiusti che non risparmiarono neppure l'integrità dell'uomo e l'onore del soldato, non si poteva che dargli ragione, ma se intendeva riferirsi in generale all'azione diplomatica e militare del La Mormora, il lettore non rimaneva del tutto convinto e si domandava se il quasi non fosse una troppo debole limitazione.
Oggi quelli che potevano essere dubbi vaghi, impressioni puramente personali, appaiono in una luce diversa a chi legge il recente volume del Del Bono. Sulla scorta delle fonti edite, delle quali ha una conoscenza assai vasta, Be non completa, e che sa molto abilmente coordinare e interpretare, l'A. ricostruisce, si può dire, giorno per giorno le vicende politiche e guerresche della triste annata, indugiandosi specialmente sulla fase preparatoria della campagna e degli eventi che ne accompagnarono la conclusione. Dalle sue pagine emerge, con lineamenti che mi sembrano definitivi, la figura del La Mormora. Rettitudine indiscutibile, e sincerità, e amor di