Rassegna storica del Risorgimento

anno <1936>   pagina <1283>
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Libri o perioditi 1283
Luicr Luzzara, Memorie, voi. 2 (11)76-1900); Bologna, N. Zanichelli. W35-XIF, in 8 grande, pp. S66. L. 50.
Negli ultimi anni della sua langa ed attivissima esistenza, il Luzzatti si era accinto a scrivere le sue memorie. Ne aveva dettata una parte e riordinata la documentazione della sua Vita tìtó-scegliendo da corteggi e ricordi quanto desiderava portare a conoscenza del pubblico quando la morte interruppe il lavoro. La famiglia per evitare ebe il materiale già raccolto andasse disperso inutilmente, voi le che la pubblicazione si facesse egualmente, e per renderla il più die fosse possi* bile conforme agli intendimenti dello scomparso, e tratteggiare con la massima fedeltà l'opera politica, scientifica e letteraria e la personalità di lui si rivolse anzitutto a Paolo Boselli, ebe eoi Luzzatti aveva vissuto per sessanta anni, in concordia di ideali, le vicende tristi e liete della Patria. H Boselli accettò di presiedere un Comitato costituito da amici, discepoli o conoscitori dell'attività dello scomparso: Pompeo Molmcnti, Bonaido Strmgber, Concino Concini, Carlo Formichi, Annibale Alberti, Fortunato Pintor, Luigi Suttina. e, in rappresentanza della famiglia, il figlio Aldo e il nepotc Pontremoli. In seguito poi gli scomparsi furono sostituiti da Alberto De Stefani, Lodovico Luciolli, Pier Silvcrio Leicht, Guido CastelnuoVo. Ad Elena Carli, ebe per - tanti onni era stata devota collaboratrice di Luzzatti, fu affidato il lavoro di ricerca, di coordina­mento, di redazione, al anale egli stesso l'aveva preparata. E così le memorie stese dall'A., e ebe non vanno molto al di là dei primi anni della sua ali ività pubblica, sono state integrate e continuate coi documenti, corteggi, brani dei suoi scritti, coordinati con note illustrative, e distinti con diversi caratteri tipografici; . .
Dei due volami finora pubblicati, nel primo prevalgono ancora largamente le note dettate dal Luzzatti, nel secondo queste ormai sono quasi completamente scomparse e sostituite dal carteggio e dalle note coordinatrici, ebe occupano uno spazio sempre più grande.
Vi sono in questo sistema dei vantaggi e degli inconvenienti rispetto all'autobiografia vera e propria. Quest'ultima ci presenta gli avvenimenti sotto l'angolo visuale voluto dall'A., però inquadrati in una sintesi generale, ebe è personale quanto si vuole, ma sempre di cui, ricordando il passato, si preoccupa di darcene una visione completa, in cui tutte le parti siano coordinate fra di loro, e appunto perchè personale e più preziosa per capire l'animo dei protagonisti e del loro tempo. Nella ricostruzione della vita e dell'attività di una persona per mezzo del carteg­gio e degli altri scritti che ci ha lasciato, abbiamo si una documentazione di prima mano, nella quale i fatti non hanno ancora subito alcuna alterazione, ma inevitabilmente riesce frammen­taria ed incompleta. non e nemmeno eliminato l'inconveniente dell'autoesaltazione anzi! perchè quel certo ritegno che trattiene sempre chi scrive di sèscomparein chi è soprattutto preoc­cupato di non lasciare nulla in ombra, di non tacere nessun merito, di non offendere in nessun modo la memoria dello scomparso. Dimodoché credo che sarebbe stato più utile per gli studi storici pubblicare integralmente il carteggio e i documenti lasciati dal Luzzatti. Qualora però l'ampiezza della pubblicazione avesse distolto dal farla, allora diciamo subito che preferiamo la soluzione attuale, perchè anche cosi è sempre una fonte preziosa. Preziosa non solo per cono­scere la vita, l'opera e la personalità del Luzzatti e non è poco data l'importanza da lui avuta nella vita della nazione, ma, appunto per questa preziosa anche per conoscere i suoi tempi.
TJ 2 volume va dal 1876 al 1900. E il periodo della maturità del Luzzatti, e che corri­sponde quasi esattamente al regno di Umberto I, periodo che presenta difficoltà notevoli per una esatta valutazione. Confrontato con quello precedente, è apparso un periodo di deca­denza in cu! la politica italiana sembrò dimenticare ogni grandezza del Risorgimento, per appiattirsi e impaludarsi in sterili beghe non di partiti maidi uomini, in vane logomachie, patteg-teggiomenti e corruzioni parlamentari, in rinuncio sopra rinuncie nella politica estera, senza mai un nobile slancio un gesto eroico ebe ricordasse le nobili tradizioni. I recenti studi però nonno permesso di valutare meglio quel periodo nella sua esatta portata storica.
Con la presa di Roma era slata quasi completata l'unità territoriale, ma in altri compi vi erano ancora molto differenze da colmare. Occorreva uniformare gli ordinamenti ammini­strativi e tributari, costruire strade, ferrovie, edifici pubblici, fare bonifiche, creare scuole e soprattutto provvedere allo produzione economica, dandole organicità ed equilibrio fra le varie regioni. Era un complesso di lavori grandiosi, che richiedeva energia e sferzi immensi, e sopratutto l'opera continua, instancabile di tìgnÌ:giorno, opera poco: appariscente ma nello stesso tempo