Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; DIPLOMAZIA ; ROMA ; SPAGNA
anno <1937>   pagina <26>
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Gino Bandini
del Ministero degli esteri, le proposte fatte dall' Inghilterra alla Francia, e comunicate a Cavour il 31 gennaio, per la risoluzione della questione italiana. A Roma si ignorava che cosa precisamente si preparasse nelle Cancellerie europee; non si conosceva in modo sicuro che fin dal 2 febbraio il mini­stro Talleyrand avesse presentato a Re Vittorio la richiesta concreta della cessione di Savoia e Nizza che era contrastata dall' Inghilterra; e neppure si sapeva il dramma che in quelle settimane agitava l'animo di Cavour stretto tra le opposte esigenze di Parigi e Londra, disposto a correrela ventura, come scriveva a Fanti il 18 febbraio, ad esser lasciato solo a sbrigarsela con l'Austria , come scriveva ad E. d'Azeglio il 20 febbraio, piuttosto che abbandonare la Toscana e rasse­gnarsi a veder strozzato il movimento delle annessioni. Ma, a Roma, si comprendeva però che le trattative erano intense e che nello svolgimento di esse non prevalevano certo la con­siderazione degli interessi del Pontefice e la preoccupazione della integrità del suo dominio temporale. La incertezza delle notizie, alcune delle quali non corrispondenti alla realtà, determinava quindi uno stato di inquietudine e di ansia.
Il Governo Pontificio ha intercettato la notizia del piano segreto tra Francia, Inghilterra e Sardegna. Le Assemblee dei Ducati e delle Romagne si riuniranno al solo scopo di votare la annessione alla Sar­degna e proclamare lo Statuto sardo. Dopo si scioglieranno e verranno indette contemporaneamente in queste provincie e negli Stati Sardi nuove elezioni in cui saranno rieletti gli attuali deputati: formeranno parte integrante della Camera Subalpina: in essa verrà consacrata la annessione definitiva. Il Re di Sardegna accetta e gli si giura fedeltà: Francia ed Inghilterra sostengono moralmente e materialmente il fatto compiuto: Francia si prende la Savoia* Le Marche e l'Umbria insor­gono e per tale insurrezione tutto è già preparato. Gli Stati Romani si riducono ad una quinta parte. Il Governo Pontificio spera nella guerra tra Francia e Prussia: non può però evitare nulla di ciò di cui è informato e che lo minaccia: è depresso. La Francia impedisce Farrola-mento dei volontari per l'esercito del Papa.