Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; DIPLOMAZIA ; ROMA ; SPAGNA
anno <1937>   pagina <27>
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Roma nel 1860
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Questo telegramma era sostanzialmente confermato nel dispaccio 23 del 23 febbraio nel quale si dava conto anche di una riunione che si diceva avvenuta il 21 all'Ambasciata di Francia per prendere accordi per la attuazione di un piano dell' Imperatore Napoleone.
H piano sarebbe il seguente. Se mediante le negoziazioni diplo­matiche, le suggestioni e le altre mosse in Piemonte, nelle Provincie insorte, nel Veneto e nell'Ungheria non si riusciva ad effettuare felice­mente in breve tempo le annessioni della Savoia alla Francia, dei Ducati della Romagna, delle Marche e dell'Umbria al Piemonte e contemporaneamente non scoppiava la costantemente attesa e fomen­tata insurrezione del Veneto, la Francia, sotto qualsiasi pretesto, dichiarerebbe la guerra alla Prussia, occupando improvvisamente Pro­vincie renane; il Piemonte con tutti i territori che, presentemente, stanno di fatto sotto il suo dominio attaccherebbe l'Austria: in tal caso gli eserciti francesi dislocati presentemente in Italia apparirebbero per pochi giorni in una equivoca neutralità di fronte all'Austria a condizione che questa Potenza rispettasse le città che occupano e i loro territori. Poiché sarebbe impossibile in realtà che l'Austria accettasse od osservasse una siffatta condizione a meno di non favorire un ele­mento sicuro della propria sconfitta, si trarrebbe da ciò pretesto di fare un'altra volta causa comune con gli Italiani contro quelle Potenze. L'Inghilterra, infine, si assumeva di far insorgere l'Ungheria e di appoggiare indirettamente la rivoluzione nel Veneto.
Nella riunione si espresse anche la più completa indifferenza contro i passi passati, presenti e futuri del Governo Pontificio e del suo Capo, negando loro qualsiasi influenza capace di impedire i piani delle tre Potenze collegate, e dichiarando che nella supposizione che ricorresse alle scomuniche o ad altre armi spirituali queste si rivolgerebbero in modo funesto contro quelli che le impiegassero.
Nella riunione venne decisamente affermato che la Russia rimar­rebbe neutrale perchè le si erano offerti compensi in Oriente.
Intanto gli avvenimenti si svolgevano in modo assai diverso da questo supposto piano. Il 24 febbraio Thouvenel incaricava Talleyrand, Ministro di Francia a Torino, di pre­sentare a Cavour il noto ultimatum all'acqua di rose che