Rassegna storica del Risorgimento
1860 ; DIPLOMAZIA ; ROMA ; SPAGNA
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1937
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Gino Bandirti
necessaria e che il Lamoricière avrebbe risposto che bastava si mettesse in regola col Ministro della Guerra e col Gran Cancelliere della Legion d'Onore senza bisogno di scrivere all' Imperatore. Vi è in ciò commentava il Gramont una sfumatura che non vi sfuggirà e che contraria la Santa Sede. Il Papa, difatti, tiene molto ad averlo, ma, d'altra parte, seme la impossibilità di conferire nei suoi Stati una così alta posizione ad un Ufficiale che si atteggerebbe a suddito ribelle di fronte all' Imperatore .
Tra il diplomatico spagnuolo, il quale asserisce che il Gramont aveva detto a lui di avere, secondo gli ordini ricevuti dal suo Governo, dato il nulla osta alla nomina del Lamoricière, e lo stesso Gramont che, scrivendo al suo Ministro degli esteri, si mostra così perplesso e sorpreso dinanzi alla nomina già avvenuta, evidentemente uno dei due non dice la verità.
Non credo che sia lo spagnuolo. E mi soffermo su questa contradizione perchè sarebbe assai importante accertare se la pubblicazione della nomina del Lamoricière abbia costituito, nel contrasto vivo di quei momenti, due giorni dopo la ema- , nazione della Scomunica ed a brevissima distanza dal fallì-mento delle pratiche per la venuta di truppe napoletane nello Stato pontificio, un atto di indipendenza e quasi di sfida della Corte di Roma verso la Francia. Ciò sarebbe significativo anche perchè essendo notoriamente la nomina del Lamoricière poco gradita al cardinale Antonelli, il fatto che si fossero rotti gli indugi nel pubblicarla senza il gradimento francese mostrerebbe una ancor maggiore determinatezza nel Pontefice ad agire di testa sua.
Ma quale interesse poteva avere lo spagnuolo ad attribuire al Gramont una dichiarazione inesistente ? Invece il Gramont ci appare reticente quando il 3 aprile scrive al suo Ministro il Lamoricière è qui: egli ha accettato di essere nominato generalissimo... senza mai, tra tante circonlocuzioni