Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; DIPLOMAZIA ; ROMA ; SPAGNA
anno <1937>   pagina <45>
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Roma nel 1860 45
di ritardarne rimbarco. Il 12 maggio il Gramont era riuscito a condurre a termine le trattative1* per il ritiro delle truppe, ma non senza pena perchè al momento della decisione si era prodotta una recrudescenza di terrore e di esitazione
L'argomento usato dal Gramont per propugnare la con* venienza del rimpatrio delle truppe francesi era che il partito de Merode-Lamoricière, con la piena adesione del Papa, aveva il programma di aumentare gli armamenti fino a 25.000 o 30.000 uomini e di attaccare nelle Romagne nel mese di ottobre. H Gramont, il quale giudicava che il piano di attacco del Lamoricière non fosse così temerario come poteva sembrare a prima vista, data la disorganizzazione dell'eser­cito piemontese, temeva che il suddetto partito volesse far rimanere le truppe francesi a Roma per renderne poi impos­sibile il ritiro quando la città fosse rimasta sguarnita dal­l'esercito pontificio impegnato nelle frontiere settentrionali, in modo da a comprometterlo nel movimento . Secondo il Gramont il cardinale Antonelli era disposto a prestarsi assai volentieri a negoziare il ritiro delle truppe francesi mentre il partito de Merode-Lamoricière avrebbe a messo in opera tutti i mezzi per farle restare fino ad ottobre e scriveva al Thouvenel il 28 aprile occorreva profittare di una circostanza che non avrà, forse, che una durata effimera e cioè della rivalità del cardinale Antonelli e del partito de Merode-Lamoricière .2) In questo momento aggiungeva il Gramont ho il cardinale dalla mia e può ancora fare ciò che gli domanderò, ma lo potrà per molto tempo ancora ? . E il 12 maggio, riferendo le estreme opposizioni del partito del de Merode alla conclusione dell'accordo per il ritiro e la chiamata telegrafica del Lamoricière a Roma perchè si
i) Vedi la lettera 1S maggio del Pani alconi al Cavour (C. Q. JR., tu 14).
2) Anche il DE CESARE; cit. II, p. 53 nota che il De Merode a pur illudendosi di aver distratta ogni influenza dell'Antonelli, continuava quell'implacabile cam­pagna contro di lui, anzi contro l'elemento italiano della Corte.