Rassegna storica del Risorgimento
1860 ; DIPLOMAZIA ; ROMA ; SPAGNA
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1937
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Gino Bandirti
del territorio appartenente alla Santa Sede. Quel che è certo si è che qui si è calmato alquanto il vivo allarme prodotto dalla comparsa alla frontiera dei cosidetti Volontari Toscani e stamani lian fatto ritorno a Roma i Dragoni Pontifici partiti precipitosamente da qui il 22.
Non è improbabile che a calmare l'allaime del Governo pontificio avesse valso anche la Nota che Cavour, di fronte alle numerose ed aspre proteste diplomatiche provocate dalla Spedizione dei Mille, aveva dovuto fare inserire nella Gazzetta Ufficiale del 18 maggio smentendo la.accusa di connivenza con l'impresa di Garibaldi e riaffermando il rispetto al diritto delle genti per parte del Governo sardo.
La diminuzione dell'ansia, se pur vi fu, ebbe però poca durata. Le notizie dalla Sicilia divenivano sempre più gravi. Lo sgomento destato dall'entrata di Garibaldi in Palermo è così descritto dal Sandoval nel suo dispaccio n. 83 del 7 giugno:
I vantaggi ottenuti in Sicilia dai rivoluzionari che accompagnano Garibaldi tengono qui preoccupati tutti gli animi e in queste sfere ufficiali non si dissimulano il timore che quelli avvenimenti giungano ad influire, prima o poi, sulla tranquillità materiale della quale godono ora gli Stati Pontifici. Il giorno nel quale si ricevette a Roma la notizia che le truppe napoletane erano state costrette ad evacuare la città di Palermo ebbi occasione di vedere il Cardinale Segretario di Stato e, attraverso la impassibilità che è una delle doti più spiccate del suo carattere, traspariva la profonda impressione prodotta dal trionfo conseguito da Garibaldi. Mi parve indovinare che l'abbattimento che Sua Eminenza mal dissimulava proveniva, ben più che dalla perdita di un punto tanto importante come Palermo, dalle conseguenze che il progresso della insurrezione in tutta Pisola potrebbe arrecare al Governo di Napoli. Si sussurrava afiora (e la voce correva tra persone bene informate) che il Re delle Due Sicilie si risolverebbe forse a fare alcune concessioni in senso liberale come unico mezzo di arginare il corso della rivoluzione e di evitare che si propagasse ai suoi Stati di terra ferma, e una tale idea non poteva a meno di contrariare fortemente il Cardinale Antonelli che, se una siffatta decisione fosse presa, perderebbe l'unico appoggio morale sul quale conta oggi in tutta l'Italia per conservare il sistema che vige negli Stati Pontifici.
(Continua) GlNO BANDINI