Rassegna storica del Risorgimento

BRATTI ANDREA
anno <1937>   pagina <1428>
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1428 Pier Silverio Leioht
potato sapere. Convien credere che egli non avesse, nei tempi precedenti, fatte manifestazioni politiche favorevoli alla rivoluzione, altrimenti difficilmente si spiegherebbe la sua elevazione al grado di canonico, nel periodo nel quale l'Istria, dopo l'infausta pace di Campoformio, soggiaceva alla dominazione austriaca. C'è da ritenere piuttosto che egli fosse tra i numerosi ex veneti che si rammaricavano della caduta del Governo veneziano e dell'assoggettamento allo straniero, ma per. forza di cose, tenevano tale sentimento celato nell'intimo del cuore. Quando poi, nel 1805, l'Istria, dopo la pace di Presburgo, fu aggregata all'im­pero francese, questi sentimenti fino allora repressi, divamparono e presero talvolta forme singolari che si debbono però considerare e spie­gare ponendole in relazione con questo profondo sentimento che i metodi brutali e vessatori adoperati dall'amministrazione austriaca in quei sette anni di governo, avevano suscitati nella popolazione delle Venezie. Uno di tali fatti è il moltiplicarsi, in mezzo ad una popolazione profondamente religiosa, di logge massoniche nel Veneto, nel Friuli, nell'Istria e nella Dalmazia. Naturalmente, l'impulso veniva dai rappre­sentanti del Governo francese. Si noti che, nel 1804, Giuseppe Bona-parte era divenuto gran Maestro del Grande Oriente d'Italia e tutti i dignitari principali del nuovo Regno erano iscritti nelle logge. Il Luzio che ha illustrato questo movimento, ricorda alcuni fra i nomi principali: Murat, Kellermann, Massena, Marescalchi, Luosi, Fenaroli, Smancini, Testi, Maret, Mazzucchelli, Tordorò, Diego Pignatelli duca di Monte-leone, Homagnosi, Appiani, ecc. Si noti che il movimento masso­nico non era nuovo, nelle provincie italiane ex austriache, perchè già al tempo .di Giuseppe II vi erano state fondate logge da alti personaggi dell'impero, per sostenere la politica riformatrice dell'imperatore. Questa fase, anteriore alla francese, delle logge massoniche, serve a spiegare un fatto che può sembrare oggi quasi inverosimile, ma che in quei tempi ha non pochi esempi, cioè l'appartenenza di membri del clero alle logge stesse. Le riforme dei Principi nel secolo XVIII partivano da case regnanti, come i Lorena ed i Borboni che erano state sempre sostegno della cattolicità: c'era, è vero, un profondo dissidio col papato, ma tutto faceva supporre che esso presto o tardi, sarebbe stato appianato; d'al­tronde, molta parte del clero vedeva, come si sa, di buon occhio se non tutte le riforme, almeno quelle che erano dirette ad aumentare la forza dell'episcopato e a diminuire l'ingerenza delle nunziature. Da ciò
l) A. Lezio, La Massoneria sotto il Regno italico a la restaura/rione austrìaca, Milano 1918, p. 31.