Rassegna storica del Risorgimento
BRATTI ANDREA
anno
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1937
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pagina
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1429
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Un vescovo napoleonico 1429
la considerazione che le logge promosse dalle stesse autorità pubbliche fossero bensì in contrasto colle idee di Roma, ma non cogli interessi delle autonomie ecclesiastiche locali. Basti dire che, a Napoli per esempio, il presidente della loggia massonica sul finire del secolo XVTII era l'incaricato d'affari dell'Ordine di Malta presso la Santa Sedei 2
Questo ho dovuto ricordare per cercare una spiegazione di guanto avvenne a Capodistria negli anni successivi alla aggregazione della provincia all'impero francese, ciò che si è narrato colla solita ricchezza di documenti dall'egregio illustratore della Storia adriatica, Attilio Tamaro.2) Questi potè aver conoscenza nell'Archivio di Stato di Vienna di alcuni rapporti segreti, oggi periti per un incendio, mandati alla polizia austriaca da confidenti che questa teneva a Capodistria ed in essi troviamo molti particolari telativi alla loggia costituita colà nel maggio del 1806. Secondo uno di onesti confidenti, tale Muzzi, la loggia sarebbe stata costituita dal colonnello Gillet, ma certamente l'anima ne divenne l'avvocato dalmata Calafati, prefetto del dipartimento dell'Istria ed acerrimo nemico degli Austriaci. Secondo le notizie date dal Muzzi, della loggia di Capodistria, avrebbero fatto parte vescovi, sacerdoti e padri francescani: così il vescovo di Capodistria Balbi, i canonici Andrea Bratti, Rossi e D'Este.
Un passo del secondo rapporto del Muzzi aggiunge un particolare ancora più curioso, che merita d'essere riferito nella sua integrità:
Monsignor Rev. Bonifacio Da Ponte Vescovo di Capodistria di anni 80 Buon Cattolico ed esemplare pastore, ma troppo credulo nel prestare cieca obbedienza agli ordini del Despota Calafati toccanti il culto. Il buon prelato aveva promesso alle lusinghevoli preghiere dei franchi muratori di cantar messa solenne con il Te Derma il giorno di San Gio. Batta in ringraziamento della nuova eretta loggia loro qui in Capodistria; e ciò veniva ciecamente eseguito se non era a tempo il consiglio d'una persona dotta e divota che lo ha fatto cangiar di parere e questo è il Marchese Girolamo Gravisi,
Par difficile che il rapporto della spia austriaca sia vero in tutti i particolari e molto si deve probabilmente attribuire alla maligna fantasia del riferente. Nondimeno, il racconto serve a dipingere il disorientamento degli animi e l'idea del tutto falsa ed ingenua ohe quei buoni capodistriani s'eran formata di queste istituzioni piovute dal di fuori, delle quali non conoscevano uè l'indole né le finalità. Qualche ricordo dei vicini paesi austriaci può avere, come già dicemmo, contribuito a porli fuori di strada: basti ricordare che nella massoneria tedesca
i) HjENNEQtiiN, Cagliostro à liomó, Revue de Paris, 15 maggio 1933, p. 276. 2) TAMARO, La loggia massonica di Capodistria, negli Atti e Memorie della Società Italiana d*Archeologia, ecc., XXXIX, 1927, T.