Rassegna storica del Risorgimento

BRATTI ANDREA
anno <1937>   pagina <1431>
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Un vescovo napoleonico 1431
Il Bratti diveniva vescovo della diocesi romagnola in tempi assai difficili per la Chiesa, data latensione esistente fra Napoleone e Pio VH, il quale rifiutava di riconoscere come legittime le nomine dei vescovi fatte dall'imperatore e di procedere alla loro istituzione canonica. Il Governo imperiale, pertanto, sosteneva che il concordato celebrato tra Napoleone, quale primo console, ed il Papa, era decaduto per Finadempienza di questi e che l'imperatore poteva nominare i vescovi secondo le norme stabilite da Luigi XIV e la dichiarazione del 1682 sulle libertà Gallicane.
Il 27 dicembre 1807 il nuovo vescovo di Forlì, insieme a quello di Udine, di Faenza, di Rimini, di Verona e di Crema fa consacrato da mons. Codronchi nel duomo di Milano. Particolari difficoltà presentava per i nuovi vescovi il giuramento di piena obbedienza alle leggi dell'im­pero che il Governo napoleonico esigeva, quando tali nuovi eletti, come era il caso di mons. Bratti, avessero la loro sede nelle provincie dell'ex Stato pontificio, giacché il Pontefice aveva inibita la prestazione di tale giuramento, permettendo soltanto che i vescovi promettessero di
non prender parte alle congiure è sedizioni contro il Governo ed esser sottomessi al medesimo su tatto quello che non sarà contrario alle leggi di Dio e della Chiesa. 2'
In mezzo a tali contrasti il vescovo Bratti entrava in possesso della sua diocesi, dove serpeggiavano moti di ribellione contro il Governo francese, che nel luglio del 1809 portarono a conflitti armati fra la guardia nazionale del Rubicone e gruppi d'insorti che s'erano annidati ai confini del dipartimento verso il Reno. Ciò stava in relazione coll'aggravarsi della tensione fra Napoleone e il Pontefice Pio VII che in quel mese stesso era posto in arresto dal dispotico imperatore e trasportato, prima, ad Alessandria, poi a Savona.
Non è certo il caso di riandare qui le vicende della celebre lotta fra l'Imperatore ed il Papa, della quale tanto fa scritto, basterà accen­nare, per ciò che c'interessa, che la questione divenne, negli anni 1809-12, sempre più spinosa, ponendo nelle più gravi difficoltà il clero sia di Francia che d'Italia. Alla fine del 1810, il capitolo metropolitano di Parigi fece una dichiarazione d'esplicita adesione e completa sottomis­sione alla politica imperiale, dichiarazione che fu seguita da indirizzi conformi dei principali vescovi del Regno d'Italia, e di molti capitoli
i) A. COMÀNMNI, USuMu nei cento anni del secolo XIX Milano 1900 scg., p. 2.74. 2) XOMMASINA BALDI, Un episodio della politica ecclesiastica di Napoleone, Firenze 1914, p. 54.