Rassegna storica del Risorgimento
BRATTI ANDREA
anno
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1937
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pagina
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1432
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1452
Pier Silverio Leicht
delle varie cattedrali. Fra gli autori dì tali indirizzi si annovera anche il vescovo di Forlì, al pari, del resto, dei suoi colleghi di Bavenna, Ferrara, Faenza e Rimini.
Sembra che il Bratti avesse presa però una posizione più avanzata degli altri nei suoi rapporti col Ministero dei Culti, giacché lo vediamo rispondere, pochi mesi prima, ad un Quesito rivoltogli intorno alle gravi questioni insorte colla Santa Sede per la nomina fatta da Napoleone del nuovo arcivescovo di Firenze, mons. Osmond sino allora vescovo di Nancy. H pontefice Pio VII aveva, a questo proposito, emanato un breve col quale vietava al capitolo di Firenze, come ci narra la signora Baldi nell'interessante libro nel quale descrive queste vicende, di facilitare la presa di possesso effettiva del vescovado, da parte di mons. Osmond, privo dell'istituzione pontificia, col nominarlo intanto a vicario generale della diocesi, ciò che era stato proposto, in via tran-sativa, da alcuni membri del capitolo stesso. L'imperatore aveva immediatamente, il 23 gennaio 1811, proibita la pubblicazione e la diffusione del breve pontificio. Il Bratti non fa interrogato sulla questione principale derivante dalla nomina dell'Osmond, ma su una difficoltà secondaria proveniente dal fatto che, colla creazione, avvenuta nel febbraio del 1809, del Granducato di Toscana, i dipartimenti dell'Arno, dell'Oca -brone e del Mediterraneo erano stati staccati dal Regno d'Italia ed aggregati all'Impero francese, e che 1*11 giugno dello stesso anno, anche dal punto di vista religioso, tali dipartimenti erano stati aggregati alla Chiesa nazionale francese. Di conseguenza, alcune diocesi italiane avevano una parte del loro territorio sottoposto all'impero e perciò alla Chiesa di Francia. Sul modo di regolare questi casi, fu interrogato il Bratti, del quale possediamo la risposta, conservata nell'Archivio di Stato di Milano, Egli vi propone una soluzione e ne approfitta per asserire che
la circolare di cotesto Ministero (dei Culti) in data degli 8 ottobre 1802 fa certamente dettata da somma prudenza e da una cognizione profonda dei Sacri Canoni. Mentre questa garantisce i diritti dei Sovrani che con ragione esigono dagli Ecclesiastici i primi esempi della subordinazione alle leggi dello Stato, toglie qualunque motivo di lagnanza anche ai più meticolosi in fatto di giurisdizione ecclesiastica. D
La frase dimostra come il Bratti avesse, senza risèrve, aderito allo estremo giurisdizionaliBmo, ammantato sotto la difesa delle libertà gallicane, del Governo napoleonico. Non ci meravigliamo quindi di
l) Archivio di Stato di Milano, Governo, Culto, cari. 2939.