Rassegna storica del Risorgimento
PEPE GABRIELE
anno
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1937
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pagina
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1449
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Per la raccolta degli scritti di Gabriele Pepe 1449
La famiglia era soddisfatta che gli avversari vedessero onorato fuori colui che avevan tentato di denigrare in patria.
Aspettava d'essere informato se la ristampa era incominciata.
Con la successiva del 5 luglio annunzia che gli amici di Napoli hanno voluto si riformasse parte delle notizie biografiche, le quali presto rimanderà. La pubblicazione delle opere scelte di Gabriele è attesa con ansia e somma premura .
Insiste, in quella del 14 settembre, sul desiderio suo e degli amici di suo fratello di vederne ristampati gli scritti, mercè la carità e gentilezza degli esimi Toscani . E trascrive l'epigrafe, per la sepoltura nella tomba di famiglia, dettata da Carlo Troya : *)
Alla memoria del Generale Gabriele Pepe
Esempio di valore e d'austera virtù
Per militare modestia per ingenua fede carissimo
Generoso ed inespugnabile nel suo proposito
Combattè fortemente in Italia ed in Spagna
Piacque per gagliarda facondia nelle concioni
Per copia e gravità negli scritti
Patì con sereno animo lunghe sventure
E non ebbe pace che nel Signore
Questo monumento a lui posero
Raffaele e Marcello Pepe
Congiunti inconsolabili
Interprete del comune dolore
Carlo Troya. 2>
1) L'epigrafe non potè essere apposta. Marcello Pepe (Elementi biografici cit., pp. 74 seg.) ricorda: Nel 1850 l'ordinario diocesano, richiesto di permettere che nella chiesa di S. Giorgio, ove è sepolto, si ponesse una lapide commemorativa, rispose che nelle chiese non si onorano che i soli santi! .
Né la fortuna si arrestò qui dalle ingiurie alle povere ossa del Pepe. Nel gennaio del 1903, queste furono dissepolte da un altro prete e confuse con le altre! GIOVANNI OLIVIERI, Notizie sulla vita di Gabriele Pepe., Campobasso, Colitti, 1904, p. 71.
z) Con altra lettera, del 9 aprile 1854, informa: Il mio nipote Marcello Pepe erede di Gabriele, a memoria dello zio ha con la sua moglie erettogli un ricordo di nuovo genere. Gabriele, nelle sue solitarie passeggiate campestri, prediligeva un luogo selvaggio molto, ma di buon terreno, con la veduta del mare Adriatico e del famoso Monte Gargano all'oriente e degli Appennini al ponente: ove spesso nelle sue ubbie romantiche e religiose s'inginocchiava a pregare. I detti miei nipoti hanno acquistato tutto quel fondo di circa 300 e più ettari e vi hanno da quattro anni fatto un nuovo podere con casa colonica per ora, piantandovi circa 400 mandorli, facendovi praterìe artificiali e grandi semine di cereali, ecc. Quel sito avea un nome vernacolo sporco, l'hanno con lapide nominato La Gabriella. E questo ha piaciuto a tutti. Ve lo partecipo perchè ne godiate.
Conserviamo gelosamente tutto ciò che a Gabriele apparteneva: e la sua stanza da letto con quella dello studio si custodisce come era quando mori. Tutti i libri da fai comprati o donatigli gli abbiamo fatti legare imprimendovi il suo nome: taluni restauri e cambiamenti che disegnava nella casa l'abbiamo eseguiti come se fosse vivo. I suoi uniformi militari, le sue croci d'onore, ecc., tutto si conserva .