Rassegna storica del Risorgimento

PEPE GABRIELE
anno <1937>   pagina <1450>
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Achille De Rubertis
Nonostante la molta impazienza di Raffaele Pepe, lungo tempo ancora trascorse nella ricerca di altri scrìtti di Gabriele, specie del Paragone fra Cesare e Napoleone l* e di particolari notizie biografiche. Uno dei più affaccendati in tale ricerca fu il Tabarrini, che si diede a scegliere, copiare e far copiare da lettere, suppliche, memorie e mano­scritti di Gabriele gli squarci da stamparsi o da servire a corredo della biografia.
Segui poi fra il Puccinelli e Raffaele Pepe un quasi inesplicabile silenzio di oltre un anno; finché 0 Tabarrini non avvertì il Puccinelli, il 6 aprile 1853, che il Le Monnier, qualunque fosse l'avvenire riservato alla stampa dalle nuove leggi annunziate in Toscana, aveva finalmente deciso di affrontarne tutte le eventualità ponendo mano alla tanto attesa pubblicazione dell'elogio e degli scritti di Gabriele. Desiderava soltanto che nella scelta di onesti si facesse in modo che il volume non incontrasse ostacoli allo smercio da parte della censura. Conlineerebbe la stampa appena avesse terminata la pubblicazione degli scritti di Terenzio Mamiani, che già era agli ultimi fogli.
Dopo l'abolizione della censura preventiva, ordinata in Toscana dallo Statuto del 15 febbraio 1848 e dalla legge del 17 maggio succes­sivo, convenne, in seguito all'esperimento fatto col lasciar libera la stampa e solo soggetta alla censura repressiva, pensare a promulgar una nuova legge per il completo e anche più rigoroso ritorno alla censura preventiva. La legge non venne; ma scrittori ed editori rimasero nell'incertezza e nell'imbarazzo sul modo di contenersi e di stare legalmente nei limiti voluti.
La prudenza quindi fu una delle ragioni o la principale per cui l'esecuzione degli impegni del Le Monnier dovè esser differita. Si temeva
*) Il 9 febbraio 1851 scriveva Raffaele al Puccinelli: È inutile più cercare quel paragone storico tra Cesare e Napoleone: non ve n'è traccia alcuna e sono stanco farne più ricerche. Tutti conveniamo con Lei che dovè perdersi nel saccheggio [subito in Napoli, per opera degli Svizzeri, il 16 maggio 1848], poiché rimase Gabriele privo di tutto, contante} libri, equipaggio* tutto. Confesso che da allora il suo umore si cangiò, cangiò pure abitudini divenne più muto, più amico della solitudine, più guardingo con gli uomini Lutti: e come non diventarlo se a 70 anni gli si rinnovarono quelle sciagure, quelle persecuzioni che per quattro volte aveva provato in una vita infelice, incominciando a 18 anni nel 17991
Nella vita di Cesare, che ha portato sino al fine, vi sono alcuni confronti con Bonapartc, ma per semplice strateghi, per nulla in politica.
Tra1 frammenti trovo squarci d'una lettera al Capponi, ma spezzati, sdruciti, pieni di cassature, di pentimenti* con un certo ohe di disordine morale che mi fa sup­porre essere lo sventurato mio fratello in quel tempo csacerbutissimo con gli uomini e con se stesso forse.
Il parallelo tra Cesare e Napoleone fu invoco salvato e tuttora si conserva.