Rassegna storica del Risorgimento
PRATI GIOVANNI ; RATTAZZI URBANO
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1937
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1456
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1456
Alberto Lumbroso
affermare noi, poco mansueti agnelli del secolo . Consigliava al Conte di evitare precipitosi partiti, voluti dalla moltitudine . Proseguiva: La libertà fu battezzata dalla Chiesa; si svincoli dalla potestà civile la Chiesa, e sia libera, che sarà più degna di sé e meno avversa agli istituti politici.
Il Prati si inspirava, così, a concetti ideali che non potevano e non possono essere l'unica guida di un vero Uomo di Stato; Cavour si accostò a quei concetti non certo per i consigli del Poeta, ma per un senso realistico della situazione. Le menti del ministro e del futuro senatore erano agli antipodi l'una dall'altra. Dice il Rosi: Prati fu uomo di parte appassionato, che s'inspirò ai fatti del momento, da cui trasse qualcosa di utile per gli uomini politici ch'ei seguiva, e specialmente per la Casa di Savoia.
Come partito politico, si scostava da quello della Destra e si avvicinava a quello di Sinistra; infatti, fu la Sinistra che, giunta al potere, fece di lui un senatore. Ma della Sinistra, il Prati non accettava l'anticlericalismo cieco e parziale. Si può dire del resto che in realtà non fu un vero uomo politico, e che non aspirò mai ad essere considerato altrimenti che come poeta. Lo chiamarono, a torto, poeta cesareo ; dico a torto, poiché in sostanza egli ebbe ragione quando affermò di aver cantato nei Savoia l'Unità e l'Indipendenza nazionale: i due beni supremi che egli indiscutibilmente sempre amò, e lo pone bene in luce C. Giordano nello Studio biografico sul Prati pubblicato in Torino nel 1907.
Se guardiamo il Poeta, egli ci appare uno scrittore che, in tempi manzoniani, si scosta nettamente dagli imitatori dell'autore dei Promessi Sposi le cui successive edizioni inondavano allora la penisola. Entrambi, egli ed il Manzoni, appartenevano alla scuola romantica, innestando lo spirito dei tempi nuovi sull'albero antico della poesia italiana . Ma come il Manzoni fu il capo di una scuola i cui discepoli non lo seguivano, così il Prati, nato romantico secondo quanto pensava la generazione del 1840, è morto classico agli occhi di quella del 1884, per esempio agli occhi di Francesco De Sanctis e di Giosuè Carducci.
È celebre la sua Edmenegarda (1841), che, essendo egli ancor giovanissimo, gli die fama. La seguirono in breve i Canti lirici, i Canti per il popolo, i sonetti Memorie e Lacrime, le Ballate, i Nuovi Canti, tutti anteriori al 1849.
Il Prati ebbe una caratteristica: quella di non essere un poeta a tipo unico, come l'Alfieri, il Foscolo, il Leopardi: egli subì crisi o