Rassegna storica del Risorgimento

PRATI GIOVANNI ; RATTAZZI URBANO
anno <1937>   pagina <1461>
immagine non disponibile

Urbano Rattctzzi e il Prati poeta politico 1461
Segue ora il rimpianto accorato della scomparsa letizia dei giorni
m cui il poeta, come un soldato che ha dovuto combattere senza tregua,
nonostante la stanchezza, l'esaurimento e il dolore, lottò per l'ascesa
del Rattazzi, con sovrano disinteresse, mosso dall'unica ambizione di
esaltare l'amico, accrescendone e celebrandone l'opera. La devozione,
l'illimitato rispetto che professa per lo scomparso, e ad un tempo la
commozione con cui Prati esprime tali sentimenti, valgono a spiegare
quel tono di esagerazione che investe quasi l'intero canto. Dice al
Gran Re:
9) Più non vedrai grand'Ospite Del Quirinal, l'antico Tuo più fratel che suddito Più che compagno amico, Venir nei rìschi a porgerti Il suo fedel consiglio, E con ardor di figlio La Tua parola udir!
10) Più noi vedrai. Chi prodigo
Die come lui, la vita .
Per compagnarti al culmine Della tua gran salita; E tra i felici e gli emuli Quando nell'ombra ei giacque, Scordo sé stesso e tacque, Lieto del tuo salir:
11) Nulla ei cercò che i taciti Gaudi del cor sereno: Questo gentil quant'anima Ebbe d'Italia in seno! Con che fervor, per unica Tua gloria e Tua salute Ti rimovea le acute Spine del Tuo sentier !
12) Fermo, sebben già languide Le posse e il cor piagato, Fermo, vegliente, intrepido, Fu sempre il Tuo soldato: Su gli ardui propugnacoli Il suo vessil difese
Fin che la morte chiese La spada al Tao guerrier.
13) Ed ei la die. Che lugubre Silenzio a te d'intorno!
I tuoi migliori, ahi, videro Videro il negro giorno! Di che funesto lapidi E il Tao cmmii.in coperto! Ah, non un trono, un serto Ripaga il Tuo dolor!